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Il medico a Crocetta: "La Borsellino va fatta fuori come il padre". Ma è giallo sulla frase choc

Il medico intercettato con Crocetta: "La Borsellino va fatta fuori come il padre". La procura: "Telefonata non esiste". Ma L'Espresso conferma

Il medico a Crocetta: "La Borsellino va fatta fuori come il padre". Ma è giallo sulla frase choc

"Va fatta fuori come il padre". L'intercettazione telefonica, pubblicata oggi dal sito dell'Espresso, tra il chirurgo Matteo Tutino, ora agli arresti, e il presidente dellla Regione Sicilia Rosario Crocetta è un vero e proprio terremoto sulla Regione Sicilia. I due parlano di Lucia, la figlia di Paolo Borsellino, magistrato ucciso da Cosa Nostra il 19 luglio 1992. E usano parole pesantissime. Che spingono il governatore, dopo essere stato scaricato anche dal Pd, a autosospendersi. Ma sull'esistenza dell'intercettazione grava un fitto mistero. Il procuratore di Palermo, Franco Lo Voi, ha smentito ufficialmente che la frase sia agli atti dell’inchiesta.

Da un capo del telefono c'è Tutino. È lui a inveire contro Lucia Borsellino. Dall'altro capo c'è, invece, Crocetta che ascolta e tace senza replicare. "Non ho sentito la frase su Lucia, forse c’era zona d’ombra, non so spiegarlo - prova ad accampar scuse Crocetta - tant’è che io al telefono non replico. Ora mi sento male". Il chirurgo estetico Matteo Tutino è da anni il medico personale del governatore sicialiano. Un rapporto intenso, proseguito fino all'intervento della magistratura che il 29 giugno ha arrestato Tutino con l'accusa di falso, abuso d'ufficio, truffa e peculato, contestando un intreccio perverso tra incarichi pubblici e affari privati. Gli stralci di queste intercettazioni sono confermate dai magistrati e dagli investigatori che lavorano all'inchiesta. L'indagine è solo all'inizio, ma il primo effetto è arrivato proprio con le dimissioni della Borsellino, per scelta etica e perché ha scoperto di essere bersaglio delle offese del medico personale del suo presidente. Il segnale arriverà forte e chiaro: né Lucia né i familiari parteciperanno quest'anno alla commemorazione della strage di via D'Amelio.

Dopo la pubblicazione delle intercettazioni da parte dell'Espresso, il centrodestra e i grillini hanno chiesto a Crocetta di fare un passo indietro. "Dimettermi? Sono accusato di qualcosa? Ho fatto qualcosa? - si scansa il governatore - il destino della Sicilia può essere legato a una frase, che non ho sentito, pronunciata dal mio medico? Non lo so". Ma i parlamentari sicialiani del M5S incalzano: "Ora può fare solo una cosa per ridare un minimo di dignità all’istituzione che rappresenta: dimettersi e prendersi una lunga vacanza, in modo da far dimenticare questo incubo in cui i siciliani si ritrovano da quando è diventato presidente della Regione siciliana". Sulla stessa linea anche il Sel che chiede a gran voce che venga subito cacciato: "Siamo ben oltre il limite della decenza e della moralità". Crocetta è, infatti, rimasto solo. Anche il Pd con Davide Faraone è arrivato a chiedere le sue dimissioni invocando elezioni immediate e spingendo Crocetta ad autospendersi.

Il procuratore di Palermo, Franco Lo Voi, ha tuttavia smentito ufficialmente che agli atti dell’inchiesta sul primario dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, Matteo Tutino, vi sia la frase incriminata: "Agli atti dell’ufficio non risulta trascritta alcuna telefonata del tenore di quella pubblicata dalla stampa tra il governatore Crocetta e il dottor Tutino". Non solo. Anche i carabinieri del Nas hanno escluso che conversazioni simili siano contenute tra quelle registrate nel corso delle operazioni di intercettazione nei confronti di Tutino. Resta, dunque, il mistero sulla veridicità dell'articolo dell'Espresso.

Che non solo conferma tutto, ma svela che la chiacchierata risale al 2013 e fa parte dei fascicoli segretati di uno dei tre filoni di indagine in corso sull'ospedale Villa Sofia di Palermo.

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