«Chiudete la moschea abusiva»

Francesca Amé

Una cartolina con su scritto: «Cittadino, vuoi una moschea a San Giuliano?»; in basso, due caselle con un sì e un no. I sì crociati sono stati circa un migliaio. E la conta delle adesioni non è ancora finita perché anche questo fine settimana alcuni esponenti della Lega sono stati presenti con un gazebo al mercato di San Giuliano Milanese, grande comune della seconda cintura di Milano, per raccogliere nuovi sì. L’obiettivo? Spedire quanto prima le cartoline al sindaco di centrosinistra Marco Toni e chiedere lumi circa l'attività di un’associazione araba sorta sul territorio la scorsa primavera. Questi gli antefatti: l’hinterland sudmilanese fiorisce di industrie e attività commerciali (molte di alto livello) da tempo gestite da extra-comunitari. In particolare, a San Giuliano sono diversi gli egiziani integrati. Uno di questi, Mokhdar Shahat, è anche presidente della Consulta interculturale del comune. Alla luce delle rimostranze della Lega, dice: «Basta con le strumentalizzazioni: la comunità araba di San Giuliano non ci sta più». E ancora: «Non viviamo nascosti, ma sotto la luce del sole: tutti possono entrare e vedere che cosa facciamo nella sede di Sabil». Sabil in arabo significa «la via» ed è questo il nome che i fondatori dell'associazione culturale araba hanno deciso di darsi.
Obiettivo dichiarato: creare uno spazio di ritrovo per la comunità locale, promuovere attività multiculturali per tutti. Sabil, frequentata anche dagli egiziani copti, aveva cominciato le sue attività in punta di piedi. La polemica è scoppiata quando il gruppo ha acquistato privatamente un grande capannone poco lontano dal centro di San Giuliano e ne ha fatto la sua sede. Da allora sono cominciati diverbi con la cittadinanza. Perché se a San Giuliano nessuno si è mai sognato di occupare la strada per pregare, è vero che il venerdì, all’ora di pranzo, la zona attorno al capannone diventa impraticabile per il gran numero di macchine. I numeri, che lo stesso Shahat ci fornisce, parlano da soli: arrivano in via Menotti Serrati un centinaio di persone e talvolta sono 120 i fedeli che celebrano la preghiera. L’associazione chiede comprensione, il Comune diffonde una nota in cui sottolinea che «Sabil, tra i cui associati ritroviamo anche professionisti, imprenditori, insegnanti e manager, è una realtà riconosciuta e presente in maniera attiva».

Risoluta la risposta del segretario leghista della Martesana, Marco Rondini: «Andremo avanti con la sottoscrizione sino a fine novembre, poi presenteremo le cartoline al sindaco», annunciando che l’opposizione presenterà una mozione sulla verifica delle norme sanitarie e di sicurezza della sede di Sabil.

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