«Lillegalità non può trovare giustificazione. I centri sociali fuorilegge vanno chiusi, mentre bisogna garantire più spazi ai luoghi di aggregazione e di incontro per giovani». Era stata chiara come non mai lallora candidato sindaco Letizia Moratti il giorno dopo la folle guerriglia urbana che aveva devastato Corso Buenos Aires, facendo precipitare Milano indietro di ventanni. Parole che, però, non si erano fermate agli autonomi. «Serve una riflessione sul rischio di una politica che da un lato usa la violenza e dallaltro si candida alla guida del Paese e della città» aveva tuonato prendendosela con chi a parole condanna, ma poi non ha nessuna remora a incassare i voti. Vetrine sfondate, i muri anneriti dallincendio appiccato al comitato elettorale di An, agli scheletri delle auto incendiate erano un monito difficile da sottovalutare. «I gruppi che hanno scatenato la violenza a Milano - insisteva - sono riconducibili a una parte politica che è integrata nel centrosinistra. La politica si fa con il dialogo e non devastando». E riferendosi alla fama di mediatore dellex prefetto Bruno Ferrante. «Mediare non significa accettare la protesta di chi si pone al di fuori delle regole.
Ferrante ha tollerato lillegalità e non ha salvaguardato lordine. Il Comune aveva più volte sollecitato lex prefetto a intervenire su questi centri illegali, ma non è stato fatto nulla». Da lì la ricetta: centri sociali fuorilegge immediatamente chiusi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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