Cronache

«Chiudo, nessuno vuole 1200 euro al mese»

«Chiudo, nessuno vuole 1200 euro al mese»

(...) Ho un altro banco al mercato orientale in centro e non ce la faccio a seguire entrambi i punti vendita. Non voglio fare figuracce. Sa com'è, provengo da una famiglia di pescivendoli siciliani. Ho conosciuto mia moglie a Genova dieci anni fa. Abbiamo un bambino. Devo mantenere la mia famiglia. Ho sempre lavorato. Giù a Pozzallo, vicino Ragusa, non avrei avuto problemi a trovare qualche giovane disposto a rimboccarsi le maniche e a dividere i guadagni. Lo testimoniano le pescherie dei miei parenti che vanno a gonfie vele e non chiudono certo per mancanza di forza lavoro». Luigi ha 29 anni. Le mani bianche. Raggrinzite. Come quelle di chi sta tutto il giorno in mezzo a ghiaccio, acqua, pesce e gamberoni. Nel banco al mercato Orientale, il numero 29 come la sua età, campeggiano le foto di sua moglie e del suo bimbo. Va avanti e indietro. Le massaie pullulano. Lui si fa in quattro. Consiglia le ricette più buone. Mostra la merce. Sfiletta le acciughe per le casalinghe. Tutta roba fresca. Freschissima. Buona. Buonissima. «A Priaruggia - continua Luigi - ho appeso il cartello per avvertire che chiudo, con il numero di telefono. Mi avranno chiamato soltanto un paio di persone. Già dalle prime battute si capiva che aria tirava. Ma questo è un lavoro duro. Bisogna darsi da fare. Dalle 7 alle 14. Poi bisogna pulire il banco. E soprattutto occorre saperci fare con le signore casalinghe. Sono tutte attente e le devi fare comprare bene. Altrimenti sballa tutto». Insomma, non è un posto per scansafatiche. Le «palanche» bisogna guadagnarsele. Più o meno si parla di 1200 euro al mese. Mica male per un giovane che magari vive pure in famiglia. Ma chissà perché quando ci sono i concorsi per una poltroncina in un'azienda pubblica, in migliaia partecipano. E quando c'è invece da scommettere sulle proprie capacità e soprattutto da lavorare sodo scappano quasi tutti. Quasi. Timothy ha 22 anni. Tatuaggi, maglietta scura e scarpe da ginnastica. Abita al Lagaccio. «Aiuto Luigi da alcune settimane nel banco del mercato Orientale - spiega il giovane che ha tanta voglia di fare - avevo lavorato al mercato del pesce in piazza Cavour e lui mi ha offerto questa opportunità. Ci diamo del tu. E lavoriamo bene insieme. Gli altri giovani non li capisco». «Non li capisco pure io - aggiunge Luigi - e mi dispiace. Anche perché il guadagno a Priaruggia è quasi sicuro. Nella pescheria di via Rossetti ci vuole il numero per comprare e c'è sempre pieno di gente.

Così è meglio pagare l'affitto e chiudere».

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