Cultura e Spettacoli

Chopin si racconta in un affresco dell'Ottocento

Laterza pubblica una biografia del musicista polacco con origini francesi sulla scorta delle lettere che il compositore ci ha lasciato. Dalle origini alla fama. Dalla famiglia all'amore. Dai primi concerti alla morte: storia di un genio timido e modesto

È vissuto poco, ma intensamente. Frederic Chopin è morto a 39 anni nel 1849. Ma ha fatto in tempo a segnare un'epoca e quell'epoca esce in tutta la sua brillantezza da un'insolita biografia del compositore polacco di origini francesi. A scriverla è Piero Rattalino, pianista, saggista e critico musicale, che ha tratteggiato un volume in cui Chopin si racconta come se fosse un'autobiografia. Non per niente s'intitola «Chopin racconta Chopin» (Laterza, pp.284, euro 16) ed è costruita sulla base delle lettere che il musicista, scomparso e sepolto a Parigi, inviò alle molte persone con le quali intrattenne rapporti di amicizia, affetto e lavoro.
L'autore delle Polacche insomma sembra raccontarsi in modo tutt'altro che didascalico e piuttosto romanzesco. Ricompone l'affresco della propria vita come un puzzle in cui le tesserine del mosaico si incastrano una dopo l'altra toccando i vari tasti, lieti e dolenti, che hanno caratterizzato un'esistenza lunga solo 39 anni. A partire dagli esordi resi difficili dai sacrifici ai quali la famiglia Chopin si sottoponeva per consentire a Frederic gli studi e i soggiorni lontano dalla Polonia dove poteva trovare terreno e pubblico davanti al quale esibirsi. Il legame con i suoi maestri e i suoi colleghi. I concerti davanti a nobili e sovrani. L'amore. E la malattia. Quella che lentamente lo avrebbe corroso. Consumato. E condotto a una morte precoce e prematura che lui stesso sembrava aver prefigurato a se stesso pensando al suo domani.
Il volume, che comprende in appendice una serie di missive, in realtà mai scritte e mai recapitate in quanto frutto della fantasia dell'autore, dipingono il primo scorcio dell'Ottocento tra Francia, Austria, Italia e Inghilterra che Chopin toccò nelle sue peregrinazioni musicali e culturali. A completare il quadro i burrascosi ma intensi rapporti con George Sand, lo pseudonimo di Aurore, la sua compagna di vita, la scrittrice che visse e si curò di lui, l'anticonformista sinistroide che lui temeva gli potesse alienare le simpatie dei potenti. Il racconto di un uomo timido. Modesto. Che era convinto di non essere un genio. La biografia, o meglio l'autobiografia, costruita parola dopo parola, sulla scorta delle uniche tracce che egli stesso ci ha lasciato attraverso il proprio epistolario, va a colmare una lacuna editoriale importante. Di Chopin esiste una biografia particolareggiata, pubblicata in anni ormai molto lontani.

Quella oggi pubblicata da Laterza a firma di Rattalino ha pretese scientifiche diversissime ma ha il pregio assoluto di lasciarsi leggere e farsi apprezzare dalla più vasta sfera di lettori, non necessariamente coloro che con la musica classica e il suo mondo hanno conoscenza e frequentazioni lunghe e datate.

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