New York - Stop alla cessione di Chrysler al Lingotto. La Corte suprema Usa,
chiamata a pronunciarsi sulla vendita, ha ritardato l’operazione. Lo scrive il
Wall Street Journal online. In un’ordinanza il giudice Ginsburg ha affermato che la vendita è "sospesa fino a nuovo
ordine" della stessa o del collegio dei 9 giudici, il che sembra
indicare, secondo fonti di stampa, che potrebbe trattarsi di una sospensione temporanea.
Ritardi troppo significativi nella stipulazione del contratto potrebbero far saltare l’intera operazione. Il governo Usa aveva chiesto alla Corte suprema degli Stati Uniti di consentire la vendita, senza ulteriori ritardi, della maggior parte delle attività
di Chrysler alla compagine societaria guidata dalla Fiat. L’ufficio del Solicitor General, che rappresenta il
governo di Washington nelle cause dinanzi alla Corte, aveva formalizzato la sua opposizione alla richiesta
da parte di tre fondi pensione dell’Indiana che vogliono bloccare l’operazione. Secondo il governo il rinvio avrebbe "gravi conseguenze" per la Chrysler.
Il destino dell’alleanza Fiat-Chrysler è messo in pericolo una donna di 76 anni, Ruth Bader Ginsburg,
giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti. I tre fondi pensione dell’Indiana che si sono opposti fin
dall’inizio all’operazione hanno infatti già consegnato alla Corte, ultimo grado di giurisdizione, un ricorso
d’appello d’emergenza per tentare di bloccare la vendita della casa automobilistica Usa al Lingotto.
La richiesta di "congelamento" della transazione, formalizzata pochi minuti prima della mezzanotte tra
sabato e domenica, è giunta dopo che venerdì scorso la Corte federale di appello di New York aveva
confermato il parere positivo del tribunale fallimentare alla vendita di asset di Chrysler al Lingotto,
rigettando di fatto un primo ricorso che era stato presentato dagli stessi fondi pensione.
In quell’occasione i tre giudici della corte di appello di New York avevano deciso di congelare la
vendita effettiva di Chrysler a Fiat fino alle ore 16 di oggi (le 22 in Italia), proprio per permettere ai fondi
di presentare un ulteriore appello alla Corte Suprema.
Marchionne: "Non abbandoneremo mai Chrysler" La Fiat non ha nessuna intenzione di
abbandonare l’accordo con Chrysler, neanche dopo la scadenza del
15 giugno.
"Mai" ha detto a Bloomberg l’amministratore delegato
del Lingotto, Sergio Marchionne, rispondendo ad alcune domande
dopo la decisione della Corte Suprema di sospendere
temporaneamente la vendita della Casa americana alla Fiat." Dobbiamo essere pazienti - ha precisato il manager italo
canadese - e consentire al sistema di lavorare. Non abbandoneremo
mai questo processo con la Chrysler".