«Ci chiedono di riscattare una classe che ha deluso»

«Era dal 1985 che il centrosinistra non eleggeva un consigliere giovane come me. Questo non è stato un voto generazionale, ma indica la voglia degli elettori dell’Ulivo di un cambiamento nel modo di far politica, di garantire la partecipazione». Il tratto comune degli under 30 all’assalto di Palazzo Marino sono sicuramente idee chiare e decisione.
Pier Maran, vale lo stesso per gli altri giovani eletti altrove?
«Certo. Questo voto è il frutto della delusione per la precedente classe politica. La voglia di affidarsi a persone nuove come Malagola o Fidanza».
Largo ai giovani?
«Piano. Giovani sì, ma io ho alle spalle sette anni da consigliere di zona, Fidanza una decina dentro Azione giovani».
Pronto a fare lobby con Fidanza e Malagola?
«Perché no. La mia opposizione alla Moratti non sarà pregiudiziale. Siamo giovani ma non accetteremo di stare in seconda fila, pretendiamo di occuparci di tematiche importanti esattamente come tutti gli altri».
Quale la sua proposta che è più piaciuta agli elettori?
«La campagna per il rifiuto di considerare Milano una città dormitorio. Roma, Torino, Barcellona sono città che continuano a crescere.

Perché Milano deve rimanere così grigia? Più libertà ai giovani, più possibilità di emanciparsi. A cominciare dalla casa».
Amnistia e grazia a Sofri.
«Amnistia, ma non per i reati più odiosi. Giusta la grazia a Sofri».
Politico preferito?
«Pierluigi Bersani».

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