nostro inviato a Maranello
Due sono i momenti emozionanti quando si varca il cancello della pista di Fiorano: il briefing tecnico, magari con le cuffie per creare la giusta atmosfera, e i giri in pista al fianco di Dario Benuzzi, il collaudatore principe di Maranello. Vederlo guidare e sentirlo parlare, mentre con la massima disinvoltura affronta il curvone in fondo al rettilineo, è qualcosa di unico. Di Benuzzi, stimatissimo dal presidente Luca di Montezemolo e da Amedeo Felisa, si racconta che quando guida una Ferrari in strada ha una sensibilità superiore a quella di Michael Schumacher. Originario di Vignola, il paese noto in tutto il mondo per le sue ciliegie, e dotato di un accento modenese doc, Benuzzi lavora in Ferrari dal 1971. Ha cominciato come meccanico, quindi è entrato nel team dei collaudatori (prima di durata e poi di sperimentazione). Il primo bolide su cui ha lavorato è la mitica Daytona. In pratica, ha percorso la graduale trasformazione della casa di Maranello dalla fase «artigianale» a quella, attuale, in cui regna lelettronica.
Non ha mai corso (peccato), preferendo intraprendere la carriera del «signor no» o del «signor sì», cioè di colui dal cui giudizio pesa lok finale della presidenza al via libera a un nuovo modello.
«Da dove parto quando devo giudicare una Ferrari? Senza dubbio dal posto di guida - risponde Benuzzi, mentre ci accingiamo a compiere il primo giro di pista sulla 458 Italia -: bisogna sentirla subito bene: il volante, il sedile, i pedali. Il motore, poi, non deve essere sgarbato, ma deve trasmettere emozioni e garantire sicurezza». Parliamo, e si vede proprio dal modo con cui la guida, che la 458 Italia è figlia sua: lha vista nascere, lha educata e ora le permette di sfogare, ma sempre entro i limiti consentiti dalla fisica, tutta la sua esuberanza. «È una macchina - aggiunge, lanciando la berlinetta sul rettilineo davanti ai box - adatta anche a chi si avvicina per la prima volta a una Ferrari. Direi, che si guida meglio di tante altre automobili. Tutto è sotto rigoroso controllo da parte dellelettronica. Le cambiate sono impercettibili, le frenate potenti. Guardi...».
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