«Sono spesso accusato di essere troppo ottimista...» è lesordio di Alberto Meomartini, presidente di Assolombarda, nel corso di una chiacchierata informale a margine della presentazione dei dati del Centro Studi. Meomartini è fermamente convinto che «la tenuta del manufatturiero» sia uno degli elementi che fanno la differenza in positivo tra Milano e il resto del Paese.
Quali elementi secondo lei spiegano la miglior tenuta del Milanese?
«Sosteniamo da tempo che alcune risorse di qualità della città spiccano per una grande capacità di resistenza. E il nostro è un mercato del lavoro con competenze molto elevate».
Vuol dire che a Milano la crisi non cè?
«Saremmo ciechi a non vedere la crisi ma dobbiamo cogliere i dati positivi, che certamente a Milano sono presenti».
I principali dati positivi?
«Il tessuto industriale è solido, per fortuna con buone dose di manifatturiero. E anche il settore dei servizi è legato al manifatturiero. Inoltre il nostro territorio presenta tradizionalmente un ruolo della donna più marcato e questo è un altro degli elementi positivi».
Come risvegliare la competitività?
«Il nostro sistema può competere solo sullinnovazione, quindi è necessario puntare su alte figure professionali. Per noi non è possibile puntare sui costi».
Lei ha parlato di ponte generazionale per aiutare la ripresa. In che cosa consiste?
«Lidea di cui discutiamo con le Regioni e con il governo è il part time per le persone vicine alla pensione, anche verticale o che preveda il lavoro tre mesi allanno, mantenendo invariati i contributi, da abbinare alla contemporanea assunzione di un giovane.
I costi sono sostenibili?
«In Germania, dove è stato sperimentato, è andata bene. E grazie alle persone più libere, è aumentato anche il numero di volontari».
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