Ciad, i ribelli conquistano la capitale

Violenti scontri a N'Djamena, il presidente Deby asserragliato nella sede della presidenza. I ribelli: "Se vuole può lasciare il Paese". La Farnesina pronta ad evacuare gli italiani. Due donne uccise nell'ambasciata saudita. Gheddafi mediatore. La condanna della Francia

Ciad, i ribelli conquistano la capitale

N'Djamena - La guerra divampa in Ciad, combattimenti tra forze governative e ribelli ciadiani sono in corso questa mattina a N'Djamena vicino alla presidenza della repubblica. La capitale del Ciad è ormai nella mani dei ribelli dopo circa tre ore di combattimenti. Lo hanno reso noto fonti militari precisando che il presidente Idriss Deby è asserragliato nella sede della presidenza. Deby ieri era al fronte, poi è rientrato a N'Djamena quando è apparso chiaro che le forze regolari non riuscivano a bloccare l'avanzata dei ribelli. Deby è al potere dal 1990, da quando ha rovesciato con un colpo di stato Hissene Habré.

Italiani pronti a lasciare il paese Una ventina dei circa 200 italiani residenti in Ciad sono pronti a lasciare il Paese a seguito dei violenti scontri in corso nella capitale N'Djamena. Lo si apprende da fonti della Farnesina. Il ministero degli Esteri, grazie a un accordo con le autorità francesi, ha invitato i nostri connazionali che intendono abbandonare il Paese africano a recarsi nei centri di raccolta approntati dall'ambasciata di Francia nella capitale ciadiana per l'evacuazione. Gli italiani partiranno poi a bordo di aerei francesi ma anche due aerei C-130 dell'Aeronautica militare sono stati messi in pre-allerta. Anche la Francia è pronta ad evacuare i suoi cittadini mentre l'Onu sta facendo rientrare il proprio personale.

Gheddafi mediatore L'Unione Africana ha condannato 'con fermezza'' l'attacco dei ribelli ciadiani a N'Djamena e ha affidato al leader libico Muammar Gheddafi insieme al presidente del Congo Brazzaville Denis Sassou Nguesso il compito di trovare una soluzione negoziata alla crisi. Nel comunicato finale del vertice svoltosi ad Addis Abeba si afferma che "l'assemblea condanna con fermezza l'attacco perpetrato da gruppi armati contro il governo ciadiano ed esige che sia posto immediatamente fine a tali attacchi e al bagno di sangue che ne deriva". Nel comunicato si dice poi ché è stato dato mandato a Sassou Nguesso e a Gheddafi di "trovare una soluzione negoziata" alla crisi.

I ribelli: "Deby può lasciare il Paese" Il presidente Idriss Deby, accerchiato nella presidenza, se vuole può andarsene. Lo ha detto un capo dei ribelli. "Supponiamo che Deby sia dentro (la presidenza). Se vuole andarsene per noi non è un problema", ha detto Abakar Tollimi parlando con un telefono satellitare. "Noi controlliamo la situazione, controlliamo la città, ci sono sacche di resistenza. Loro (i soldati governativi) sono giusto attorno al palazzo presidenziale e fanno fuoco con armi pesanti", ha aggiunto. Il presidente ha cercato a metà giornata di spezzare l'accerchiamento ordinando ai carri armati T-55 che proteggono la presidenza di aprire il fuoco. Un giornalista della France Presse ha constatato che ci sono combattimenti nella zona della presidenza, dopo un periodo di relativa calma. I ribelli si sono impadroniti oggi della capitale, tranne la zona della presidenza, dopo solo tre ore di combattimenti con le truppe governative.

Due donne uccise nell'ambasciata saudita Due donne, la moglie e la figlia di un impiegato dell'ambasciata saudita in Ciad, sono state uccise oggi dall'esplosione di una bomba nella residenza dell'ambasciatore a N'Djamena. Lo ha reso noto un portavoce del ministero degli esteri saudita. "Durante gli scontri armati a N'Djamena, la residenza dell'ambasciatore saudita è stata colpita da una bomba, che ha ucciso la moglie e la figlia di un impiegato dell'ambasciata", ha detto il portavoce citato dall'agenzia ufficiale Spa. 

La condanna della Francia Il governo di Parigi ha condannato "fermamente" l'attacco di forze ribelli "giunte dall'estero" che oggi si sono impadronite della capitale del Ciad. Lo ha detto il ministero degli Esteri francese. "Come l'Unione Africana, la Francia condanna fermamente il tentativo di prendere il potere con la forza da parte di gruppi armati provenienti dall'estero", afferma un comunicato del Quai D'Orsay. Parigi ha anche fatto appello alla "calma e alla riconciliazione" e ha detto di dare il suo "sostegno alla mediazione che l'Unione Africana" e di continuare a sostenere "l'unità e la stabilità del Ciad".

Parigi ha auspicato anche che gli avvenimenti in corso non pregiudichino la missione militare europea Eufor nel Ciad orientale e quella della forza ibrida Onu-Ua nella provincia sudanese del Darfur, che confina con il Ciad.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica