Sabrina Cottone
«Mio padre, modesto ottico di provincia, veniva tutti gli anni alla Fiera di Milano. E portava anche me e mio fratello...». Lamarcord è di Carlo Azeglio Ciampi, che dedica alla nuova Fiera di Rho-Pero un discorso pieno non solo di nostalgie del passato ma anche di grande fiducia nel futuro. E sotto la vela di Fuksas il presidente della Repubblica investe la Fiera, Milano e la Lombardia di un ruolo fondamentale: fare da traino della ripresa economica del Paese. Rho-Pero diventa «una spinta per Milano e per tutta lItalia per il rilancio delleconomia di cui abbiamo bisogno». Un modello di sviluppo e il volano per far ripartire gli affari.
Ciampi pompa lorgoglio del presidente della Fondazione Fiera, Luigi Roth, e di coloro che hanno contribuito a realizzarla, nomina cinque nuovi commendatori e un grandufficiale. Poi riconosce i meriti dellimpresa alla politica, agli amministratori di Milano e della Lombardia: «La Fiera di Milano è il complesso fieristico più importante dEuropa. Dovete essere orgogliosi della grandiosità dellopera e del fatto di averla realizzata entro i tempi e nei costi previsti, un fatto straordinario del quale va il merito alla Regione, alla Provincia, ai Comuni». I complimenti arrivano anche per le infrastrutture: «È un grande polo che sarà collegato con il centro e non sperso nella campagna ma a portata di mano per i cittadini».
Milano punto di riferimento e capitale economica del Paese, soprattutto in un momento in cui si cominciano a leggere i primi segnali di ripresa che però, secondo il presidente, non sono sufficienti. «Certe cose non riesco a mandarle giù. Dobbiamo reagire» è lincitazione di Ciampi, convinto che «mancano fiducia, passione, entusiasmo», tutti ingredienti che lui chiede a milanesi e lombardi. «Leggo che c'è qualche segno di ripresa ma ancora debolissimo. Siamo allo 0,5% su base annua, ma se si calcola con un altro metodo risulta ancora di meno. Voi sapete che io per quarantanni sono stato abituato a fare i conti con l'economia reale, con questi dati. E allora, quando leggo che le esportazioni italiane sono calate del 5% in un anno e che cè una perdita di competitività, ebbene, sono cose che non riesco a mandare giù. Dobbiamo reagire».
E la reazione, appunto, ha base a Milano. Gabriele Albertini non nasconde la soddisfazione e si lancia in una battutina polemica in direzione di altri amministratori: «A differenza di altri, non ci siamo limitati a immaginare un grande progetto, qui noi lo abbiamo realizzato. E il Presidente non ha mai mancato di incoraggiarci, come è già accaduto con la Scala. E adesso si appresta a andare alla Consob, la cui nuova sede è un altro successo della nostra amministrazione». Filippo Penati, presidente della Provincia, preferisce concentrarsi sullinvestitura a motore delleconomia ricevuta dalla città: «È grande la responsabilità che Milano ha da adesso. Milano può e deve fare da apripista nell'impegno per lo sviluppo con nuova fiducia».
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