Lo sguardo è dolce ma velato di malinconia e quelle occhiaie sono ogni volta da nascondere sotto un abbondante strato di cerone prima di andare in scena. Eppure il volto di Anna Magnani, per tutti «Nannarella», rimarrà per sempre una icona del cinema italiano in bianco e nero. È il volto ora riproposto in oltre trecento foto per la mostra itinerante Ciao Anna (24 aprile-11 maggio, ore 10-19) inaugurata a Rocca Brivio Sforza (San Giuliano Milanese), in occasione del centenario della nascita dell'attrice.
Lei, la regina del set neorealista che nel 1956 portò all'Italia il primo Oscar femminile per il cinema, e che tutti pensavano nata in Egitto quando in realtà vide la luce a Roma nel 1908, debuttò nel 1929 con Totò e Fabrizi nell'avanspettacolo. Il talento la avviò al cinema nel 1934 con La cieca di Sorrento di Nunzio Malasomma e Teresa Venerdì di De Sica. Arrivò poi vita difficile per la povera Nannarella, divisa fra amori complicati come Goffredo Alessandrini, Antony Franciosa e Roberto Rossellini, la passione per la cinepresa e le attenzioni per il figlio Luca, nato nel 1942. La fama mondiale la raggiunse nel 1945 con Roma città aperta, dove nella capitale presidiata dai nazisti Anna commosse il pubblico per la sua umanità e drammaticità rincorrendo un camion di deportandi. Quindi una secca scarica di mitraglia seminò la morte.
La mostra, curata da Anna Maria Cuzzolaro di Edizioni Interculturali e presentata dal regista e sceneggiatore Carlo Cotti, offre scorci di vita pubblica e privata dell'attrice. Ci appare una Magnani ritratta con Biscaretti e Totò ai suoi primi passi agli Arcimboldi, o accanto ad Ave Ninchi, Pasolini, Anthony Quinn, gli animali ai quali era affezionata, il suo mare e il figlio Luca. «L'unica grande attrice nel panorama delle maggiorate, delle divastre, delle regine della scena con il birignao», dirà di lei Nanny Loi. Le austere pareti dei saloni della Rocca mostrano anche telegrammi, messaggi, lettere confidenziali riprese dalla raccolta epistolare curata da Cristina e Luigi Vaccarella e alcuni degli abiti che appartennero alla illustre «popolana». L'epopea cinematografica della fragile ma tenace Anna proseguì con Onorevole Angelina di Luigi Zampa nel 1947, dove una ingenua «borgatara» romana non avrà troppa fortuna in politica, Siamo donne (1953), Bellissima, La rosa tatuata (1956), Suor Letizia, Selvaggio è il vento (1958) e Mamma Roma di Pasolini nel 1962. Con non poca diffidenza l'attrice si affaccerà anche al piccolo schermo per alcuni mini-film, fra cui Correva l'anno di grazia 1870 (1971). La sua ultima apparizione cinematografica sarà del 1972 in Roma di Fellini. Anna lascerà in lutto il mondo dello spettacolo il 26 settembre 1973, all'età di 65 anni.
Ciao Anna
24 aprile-11 maggio, ore 10-19
Rocca Brivio Sforza
San Giuliano Milanese
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.