Cicchitto: sì al confronto, ma non mi sento in caserma

Le reazioni al discorso del presidente della Camera. Verdini: in quattro mesi fatte cose straordinarie. Cicchitto: sì alla discussione, non mi sento in caserma. Alemanno: aggiustato il dibattito interno. Castelli: irrituale che Fini pretenda

Cicchitto: sì al confronto, ma non mi sento in caserma

Il Pdl in quattro mesi ha realizzato "cose straordinarie". Il coordinatore nazionale del Popolo della libertà, Denis Verdini, replica alle dichiarazioni del presidente della Camera, Gianfranco Fini. Intervenendo alla Scuola di formazione politica del Pdl, Verdini ha osservato che dal giorno della costituzione del partito, il 27 marzo, sono trascorsi quattro mesi: i primi tre dove si sono realizzate delle cose e progettate altre, poi ad agosto si è andati tutti in ferie e "ho visto - ha scherzato Verdini - anche Fini molto abbronzato". "Voglio rassicurare e dare garanzia a Fini, ad eccezione della commissione d’inchiesta sulle stragi che sono io a chiedere - ha aggiunto - che gli esiti delle cose fatte si vedono. Le altre che lui ha chiesto si vedranno in futuro. La storia del Popolo della libertà dal ’94 ad oggi è caratterizzata da una grande capacità attrattiva e dalla capacità di Berlusconi che riesce a mettere insieme i voti".

Castelli: "Irrituale che Fini pretenda" "Leggo che il presidente Fini dichiara che in materia di immigrazione 'pretende' alcune cose. Gli ricordo sommessamente che nè in democrazia nè tanto meno quando si è alleati con altri partiti si può pretendere alcunchè". Lo afferma Roberto Castelli, viceministro delle Infrastrutture e senatore della Lega." In democrazia e in alleanza - dice - ci si confronta e poi si trova una soluzione, tenendo comunque presente che è piuttosto irrituale che il presidente della Camera metta in discussione l’azione di governo".

Napoli: "Oscure allusività" "Fuori tono e di un’allusività oscura mi è sembrato il richiamo di Fini alle vicende di mafia del 1993. Quali atteggiamenti di ogni singolo esponente del Pdl possono far temere al presidente della Camera che qualcuno di noi non desideri fino in fondo l’accertamento della verità? Sono vicende che precedono la storia non solo del PdL, ma addirittura di Forza Italia e di Alleanza nazionale". È il vicepresidente dei deputati Pdl, Osvaldo Napoli, ad osservare che "il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha fatto riflessioni importanti e schiette dal palco di Gubbio. A mio giudizio ha calcato la mano, con qualche ingenerosità di troppo, sullo stato della democrazia interna al Pdl". "Il Partito della Libertà - prosegue - non è una caserma e si discute come forse Fini non può verificare, fedele come è al suo ruolo istituzionale. Sull’immigrazione o sul biotestamnento i gruppi alla Camera e al Senato hanno discusso e discuteranno ancora. Singoli parlamentari hanno votato contro, con la più assoluta libertà, come è giusto e doveroso in un partito liberale e di ispirazione cristiana. Tutto ciò avviene in modo trasparente, avendo chiaro che la discussione e il confronto devono trovare sempre un momento di sintesi altrimenti la politica diventa flatus vocis e trasmette ai cittadini l’idea di un equilibrio di impotenze. Sul testamento biologico non ci sono state forzature ed è grazie al confronto che il Pdl e il gruppo al Senato ha raggiunto un punto di equilibrio e di mediazione se è vero - osserva - che quel provvedimento è stato votato anche da senatori dell’opposizione".

Calderoli: "Contrasto fra politico e ruolo istituzionale" "Le parole del presidente Fini sono quelle di un politico di razza, quale lui è, e sembrano evidenziare una sorta di conflitto interiore con il ruolo istituzionale che si è scelto": lo ha detto all’ANSA il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, commentando le parole del presidente della Camera. "Indubbiamente - aggiunge Calderoli - leggendo oggi le sue parole viene subito in mente quanto manchi in questo momento il contributo di Fini all’interno del Pdl, anche se occorre ribadirlo: lui la scelta l’ha fatta".

Cicchitto: "Sì al confronto, il Pdl non è caserma" "Non rivolgerei critiche al Pdl per il passato ed il presente perchè il partito dal suo nascere ha avuto una vita convulsa, è passato da un’elezione ad un’altra. Certo da oggi in poi dobbiamo misurarci ed avere delle sedi in cui discutere, ma io non mi sono mai sentito in una caserma". Lo afferma Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera che, intervenendo alla scuola di formazione del partito, ha così replicato a Fini. "Quello che però dobbiamo fare - prosegue - è trovare un punto di equilibrio al nostro interno e nelle iniziative esterne e soprattutto dobbiamo avere ben presente che dobbiamo parlare sempre alla gente e cioè a coloro che ci hanno dato il consenso".

Alemanno: aggiustato il dibattito interno "Con l’intervento di oggi il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha ricollocato nella giusta dimensione il dibattito interno di queste settimane". È il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, a rilevare in una nota che "Fini ha respinto qualsiasi accusa di voler distruggere il Pdl e di avere un conflitto insanabile con Berlusconi o tanto meno di voler flirtare con la sinistra, magari sognando il Quirinale". "«Il Presidente della Camera ha chiesto, giustamente, spazi e luoghi per far crescere un partito plurale dove ci possa essere un profondo e autentico dibattito interno. Credo - conclude - che la risposta di Fabrizio Cicchitto sia stata, fino adesso, quella più pertinente, sottolineando il 'travaglio di nascita' del Pdl e la necessità, adesso, di far crescere spazi di dibattito e di partecipazione democratica nel partito".

Frattini: lo stillicidio è contro Berlusconi "Lo stillicidio vergognoso è quello contro Berlusconi. La solidarietà umana va oltre il dubbio politico e oltre il fatto che dobbiamo parlare di più. C’è una rete internazionale che non solo vuole il male di Berlusconi ma anche dell’Italia". Lo afferma Franco Frattini, ministro per gli Affari Esteri nel corso del suo intervento alla scuola di formazione del Pdl. "Stiamo facendo male alla mafia", ha ggiunto, rivendicando i risultati del governo nella lotta alla mafia. E dal palco Frattini parla di "pentiti a orologeria" che vogliono inquinare il quadro politico per destabilizzarlo.

"Abbiamo confiscato 4,5 miliardi di euro di beni ai boss mafiosi e 300 latitanti di mafia sono stati catturati. Questo è un Governo che non vuole chiarezza? Cavalchiamo per primi noi la chiarezza perché noi abbiamo le carte in regola. Lo dobbiamo dire e ripetere con forza e non sembrare quasi in difesa".

 

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