Arriva l'autunno e, puntuale come ogni anno, scatta la «classica delle foglie morte»: il Giro di  Lombardia, giunto alla sua edizione numero 104 e ultima grande gara della stagione ciclistica  internazionale. Appuntamento irrinunciabile per i giganti delle due ruote, amatissimo da Fausto  Coppi - che ha reso immortale, con le sue gesta, la salita della Madonna del Ghisallo - il  Lombardia prenderà il via, domani, da Milano. Un gradito ritorno: era dal 1984, anno in cui  trionfò Bernard Hinault, che la corsa - a lungo ribattezzata il «Mondiale d'Autunno» - non  partiva dal capoluogo di regione.
 Arrivo come da tradizione, invece, sul lungolago di Como dopo l'ultimo strappo, il colle del San  Fermo della Battaglia, arroccato a poco chilometri dal traguardo. L'ultimo strappo di una gara  dura, attorcigliata su 260 chilometri densi di salite, compresa la novità di questa edizione, la  Colma di Sormano, inserita al posto del Civiglio.
 Un passaggio impegnativo, a quota 1.124 metri, preceduto dall'ascesa più celebre: quella alla  chiesetta della Madonna del Ghisallo (la Santa protettrice dei ciclisti) posta a 754 metri  d'altezza nei pressi di Bellagio. Spunto, decisamente selettivo, da sostenere prima dell'ultima  fatica, la salita al San Fermo della Battaglia - quasi 3 chilometri con pendenza media del 6,8%  e punte del 10% - e la conseguente discesa, lunga cinque chilometri, verso il traguardo. 
 A darsi battaglia sulle strade di Lombardia, tutti i migliori interpreti delle corse di un  giorno, compreso il neo campione del mondo, il norvegese Hushovd, chiamato a sfidare un parterre  particolarmente ricco capeggiato dal vincitore della scorsa edizione, il belga Philippe Gilbert.
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Nella «classica delle foglie morte», giunta all'edizione numero 104, favoriti il siciliano trionfatore della Vuelta, il neo iridato Husvovd, il vincitore del «Gran Piemonte» Gilbert, Evans e Schleck. Il via da Milano (non accadeva dal 1984), arrivo come da tradizione sul lungolago di Como
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