
Il Tour non è finito, finiti sono solo i giorni di riposo. Ora si fila via verso il traguardo di Parigi, domenica prossima, ma prima c'è da sudare ancora le classiche sette camicie. Oggi le Alpi Marittime, con il suo simbolo, il Mont Ventoux, il monte ventoso che conquistò gli occhi e il cuore del Petrarca e poi fu teatro di gloria per Gaul e Poulidor (domani, suo nipote Van der Poel, indosserà una maglia iconica che ricorderà il nonno), Merckx, Pantani e Froome. Oggi ci proveranno Pogacar (foto) che ha il Tour in mano e Vingegaard che spera ancora di sfilarglielo, sfidandolo. Pogacar non si scompone e si mostra pronto: «Chi ha disegnato le tappe quest'anno, lo ha fatto con l'intento di mettermi paura. Abbiamo fatto l'Hautacam e adesso arriverà il Mont Ventoux, poi il Col de la Loze: Jonas, qui, mi ha staccato tutte e tre le volte. L'importante è affrontarle con la massima calma». Il Tour non è finito ed è la stessa Grande Boucle a dirlo. Domani tappa per velocisti, a Valence, forse l'ultima occasione per Milan e compagni. Poi ancora su, con l'arrivo a Courchevel Col de la Loze, la cima più alta (2340 mt), cima Henri Desgrange, la nostra Cima Coppi.
Poi ancora Alpi, ancora montagna con l'arrivo a La Plagne. Poi sabato tappa per attaccanti, prima di Parigi, quest'anno con la tripla scalata di Montmartre che resterà sullo stomaco a molti. Buon appetito, pardon, buon spettacolo.