Ciclismo

Tour, spettacolo sul Grand Colombier. Vince Kwiatkowski, Pogacar c’è

La prima grande vetta alpina non delude le aspettative. Sul traguardo trionfa l'ex campione del mondo polacco, che chiude in solitaria dopo una lunga fuga. L'ennesimo duello tra Pogacar e Vingegaard se lo aggiudica ancora lo sloveno, a soli 9 secondi dalla maglia gialla

Fonte: Twitter (@LeTour)
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L’arrivo sulle Alpi è sempre il momento decisivo in ogni Tour de France e quel che si è visto sulla prima grande salita alpina non ha deluso il gran pubblico. La temibile salita del Grand Colombier ha visto il trionfo dell’ex campione del mondo Michal Kwiatkowski, che arriva da solo dopo una lunga fuga ma il vero spettacolo si è visto alle sue spalle. Dopo un gran lavoro dei gregari, a meno di un chilometro dal traguardo Tadej Pogacar lancia una volata lunga: il rivale Vingegaard sembra in grado di rispondere ma perde qualche secondo pesantissimo. Lo sloveno continua a rosicchiare il vantaggio ed ora è a soli 9 secondi dalla maglia gialla. Questo duello entusiasmante si ripeterà sicuramente domani, quando le salite fino a Morzine saranno tante e dure. Il Tour, insomma, non ha trovato ancora un padrone.

Fuga di giornata, Bettiol presente

Meno di 140 chilometri prima del traguardo ma tutti nel gruppo sanno bene che arrivare lassù in alto, in cima al Grand Colombier sarà tutt’altro che semplice. In vista di quella che potrebbe essere una giornata decisiva per questo Tour, gran nervosismo nel peloton fin dalla partenza. Visto che oggi si festeggia in Francia, ciclisti transalpini ansiosi di farsi vedere: ci provano da subito Rémi Cavagna e Valentin Ferrin ma l’azione buona arriva poco dopo, con protagonista Pierre Latour, gran secondo sul Puy de Dome pochi giorni fa. Sono parecchi però ad aggregarsi in quella che potrebbe essere la fuga buona per la giornata: poca voglia nel gruppo di spendere energie per andarli a riprendere, quello che conta è marcare stretti gli avversari per la generale. Molto attivo Alberto Bettiol, che riesce ad entrare nella fuga buona con il compagno di squadra James Shaw. Quando il vantaggio si stabilizza attorno al minuto e 30, sembra chiaro che questo gruppetto possa arrivare almeno ai piedi del Grand Colombier. Parecchio vento laterale a dar fastidio ai fuggitivi ma per resistere alla rimonta del gruppo bisogna spingere forte, vista la velocità media attorno ai 52 km/h.

Tour 2023 tappa 14 Bettiol
Fonte: Twitter (@LeTour)

Poco nervosismo nel gruppo, giustificato dal fatto che nessuno dei 19 ciclisti in testa è uno scalatore puro ma nella fuga si collabora bene, abbastanza da mantenere il vantaggio attorno ai due minuti. Un minimo di animazione quando si arriva ai piedi del Col de la Lèbe, salita attorno al 3% ma lunga ben 15 chilometri. Sul traguardo volante è Teunissen a prendersi il premio, scippandolo a Mohoric, che si è dato un gran da fare per tenere alto il ritmo. A 40 chilometri dall’arrivo il vantaggio della fuga è di 3’08” ma se riusciranno a spingere anche in discesa potrebbero avere qualche possibilità di non essere ripresi sull’ultima, micidiale salita hors categorie. Alle loro spalle la UAE, con Majka a proteggere Pogacar, mantiene il controllo della situazione in vista dei fuochi d’artificio nel finale. A tre chilometri dall’inizio del Grand Colombier, netta accelerazione del gruppo, ansioso di mangiare quanti più secondi ai fuggitivi. Vedremo ora quanta benzina avranno ancora nel serbatoio i fuggitivi o se, come previsto, ci sarà spazio solo per la sfida tra Pogacar e Vingegaard.

Tour 2023 tappa 14 fuga
Fonte: Twitter (@LeTour)

Kwiatkowski se ne va

Appena la strada inizia a salire, Asgreen e Teunissen si fanno da parte, lasciando posto all’inevitabile attacco del francese Quentin Pacher. Buono il suo scatto ma Bettiol e Shaw riescono a reagire, evitando che se ne vada del tutto. Tra due ali di folla si sale nel grande entusiasmo ma il gruppo si mette a fare davvero sul serio, trascinato dalla Ineos che vuole la vittoria di tappa. Pacher rimane avanti di una decina di secondi ma quando si affrontano le prime rampe della salita finale Vingegaard si piazza alla ruota di Pogacar, a scanso di equivoci. La UAE porta avanti i propri scalatori, tutti avanti a tirare, Soler, Majka, i fratelli Yates, pronti a fare il ritmo e ridurre il vantaggio della fuga. A 13 chilometri dalla fine, però, il vantaggio di Pacher rimane attorno ai 4 minuti: se Tadej Pogacar volesse davvero vincere la tappa dovrà davvero darsi una mossa. Il duello annunciato è tra la coppia Pogacar-Majka e Vingegaard-Kuss, uno che in una squadra diversa potrebbe battersi nella generale ma, almeno per ora, si preferisce aspettare l’occasione buona.

Tour 2023 tappa 14 salita
Fonte: Twitter (@LeTour)

Con il francese che fatica nonostante il gran tifo del pubblico, alle spalle gli inseguitori perdono pezzi: Bettiol non ce la fa e rimangono solo Van Gils, Tejada e Shaw a 15 secondi. Alle loro spalle, l’ex campione del mondo Kwiatkowski sembra averne e recupera secondi su secondi. Il gran caldo non agevola il compito di Pacher, che viene raggiunto e staccato dal trio degli inseguitori. Nel peloton, invece, tutto tace, almeno per il momento, con la UAE determinata a fare il ritmo ed evitare attacchi improvvisi. La salita inizia a fare vittime illustri: prima cede Ben O’Connor, poi Egan Bernal, incapaci di reggere il ritmo imposto da Soler. Il vantaggio della fuga è ancora attorno a 3’37” ma se Pogacar o Vingegaard dovessero cambiare marcia potrebbe evaporare in fretta. A scanso di equivoci Kwiatkowski scatta forte e si porta in testa da solo a 13 chilometri dal traguardo, dimostrando di essere in gran forma in questo Tour.

Pogacar scatta, Vingegaard perde

L’azione del polacco è impressionante e riesce ad accumulare ben 40” di vantaggio sugli inseguitori mentre alle sue spalle, nel gruppo, Romain Bardet non riesce a reggere e molla. Il peloton perde ovviamente l’aiuto dei ciclisti della Ineos ma ad 8 chilometri dall’arrivo 3’13” non sono affatto pochi: l’ex campione del mondo potrebbe farcela. Sulle ultime rampe il ritmo del gruppo continua a fare vittime mentre gli inseguitori sembra che non ne abbiano abbastanza per rispondere all’azione di Kwiatkowski. È salita vera e la fatica è tanta, specialmente con quasi due settimane di Tour nelle gambe ma è il momento della verità per molti, incluso Thibaut Pinot, che è costretto a mollare. Il vantaggio del polacco si abbassa di colpo quando affronta le rampe più dure di questa salita micidiale ma, una volta passato il tratto più duro, uno specialista come lui potrebbe farcela a gestire il vantaggio e portare a casa una vittoria davvero pesante.

Tour 2023 tappa 14 Kwiatkowski
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Movimento nel gruppo maglia gialla: se Majka non sembra brillantissimo, tocca ad Adam Yates portarsi in avanti per dare una mano a Pogacar, che sale con il solito Vingegaard alla ruota. Gran lavoro di Großschartner, che prende il posto di Soler e continua a dare sferzate su sferzate, incitato dal proprio capitano ad accelerare sempre di più. Le conseguenze si fanno sentire nel giro di pochi minuti: vantaggio che precipita a 2’18” ma gli ultimi cinque chilometri saranno decisamente più gestibili. La UAE è davvero scatenata, prova provata che Pogacar vuole davvero questa vittoria, anche solo per mandare un messaggio inequivocabile al rivale. A tre chilometri dal traguardo Kwiatkowski continua a spingere, rincuorato dal fatto che ha perso davvero pochissimi secondi. A meno di una crisi clamorosa, la vittoria è sua.

Tour 2023 tappa 14 Adam Yates
Fonte: Twitter (@LeTour)

L’attenzione di tutti si sposta quindi nel gruppo maglia gialla, dove la UAE continua a fare il ritmo e Vingegaard sembra un attimo indeciso sul da farsi. Attaccare ora o aspettare il momento giusto? Quando Majka passa a guidare il gruppo, mette un altro strappo pesante, le cui conseguenze sulle gambe del danese si faranno sentire più avanti. L’attacco vero, invece che da Pogacar, arriva pochi metri dopo ed è Adam Yates a dare la scossa al gruppo. Tutti gli uomini di classifica sono lì, da Rodriguez a Pidcock ai leader della generale: Sepp Kuss risponde da suo pari ma sono diversi a non reggere il passo. È solo il preludio prima del duello rusticano: lo sloveno spinge fortissimo, Vingegaard risponde ma perde qualche secondo prezioso per la generale. Il danese rimane in giallo ma il messaggio è chiarissimo: Pogacar sembra averne di più in salita. Il vantaggio di Vingegaard è ora di soli 9 secondi: domani ne vedremo davvero delle belle.

Classifica di tappa e generale

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La tappa di domani

La seconda tappa del trittico alpino vede il peloton arrivare su un traguardo storico per il Tour, la località sciistica di Morzine. I 152 chilometri che porteranno la carovana da Annemasse è tappa davvero complicata: tre salite di prima categoria prima del Col de Joux Plane, un hors categorie da 11,6 chilometri all’8,5% di pendenza media.

Tour 2023 tappa 14 altimetria
Fonte: Cyclingpro.net

Queste saranno salite da prendere con le molle: scollinare in testa vale molto più dei secondi di abbuono, potrebbe fare tutta la differenza del mondo a Parigi, sia per la battaglia per la maglia gialla che per le posizioni nella generale.

Dopo le scintille sul Grand Colombier, sarà questo l’attacco buono nel duello tra Pogacar e Vingegaard? Non vediamo l’ora di scoprirlo.

Tour 2023 tappa 14 planimetria
Fonte: Cyclingpro.net

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