La Cina abolisce il divieto di ingresso ai malati di Aids Soddisfatta l’Oms

Il governo cinese ha annunciato ieri la revoca del bando ventennale all’ingresso nel Paese di stranieri sieropositivi, ammalati di Aids e di lebbra. Un comunicato del Consiglio di Stato spiega che il bando aveva un effetto limitato nella prevenzione della diffusione di queste malattie, ma poneva problemi a Pechino per l’organizzazione di eventi internazionali. Inoltre, spiega il comunicato, la decisione era stata presa in base «a una limitata conoscenza dell’Hiv/Aids e di altre malattie».
L’abolizione del bando giunge pochi giorni prima dell’apertura dell’Expo di Shanghai. In precedenza, il bando era stato temporaneamente sospeso per i Giochi asiatici di Pechino nel 1990, per la Quarta conferenza sulle donne nel 1995 e per le Olimpiadi di Pechino nel 2008.
Con la revoca del divieto cinese non vi sono più Stati nel mondo che impediscono l’ingresso a sieropositivi e ammalati di Aids. Stati Uniti e Corea del Sud hanno abolito il divieto d’ingresso in gennaio.
Una decisione che «rappresenta un passo significativo nella giusta direzione». Così Margaret Chan, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, commenta l’annuncio del governo cinese.
«Questa decisione - sottolinea la numero uno dell’Oms - dovrebbe ispirare le altre nazioni a cambiare le leggi e le politiche che continuano a discriminare le persone che vivono con l’Hiv». Più di 50 Paesi, ricorda infatti l’Oms in una nota, hanno ancora leggi e restrizioni che aggravano l’emarginazione delle persone alle prese con l’infezione.
«Molte politiche che discriminano le persone che vivono con l’Hiv - sottolinea Chan - sono state emanate in un’epoca in cui attorno all’Aids c’era paura diffusa e disperazione».

Grazie alla prevenzione e alle terapie per contrastare l’Hiv, sottolinea il direttore generale dell’Oms, le cose sono cambiate sensibilmente. Per questo, secondo Chan, «politiche che aiutano a superare le discriminazioni possono aiutare a prevenire ulteriormente la trasmissione» del virus.

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