I massimi dirigenti cinesi - il presidente Hu Jintao in testa - hanno lanciato ieri un forte segnale all opinione pubblica annunciando «punizioni severe» per i responsabili delle violenze di Urumqi, la capitale della regione del Xinjiang.
Dopo quattro giorni di silenzio il comitato permanente dell ufficio politico del Partito comunista si è riunito intorno a Hu, rientrato precipitosamente dallItalia rinunciando a partecipare al vertice dellAquila. Hu ha affermato che «il compito più urgente» è quello di «riportare la stabilità» nella regione. Ha inoltre inviato - a titolo di monito - Zhou Yongkang, membro del comitato permanente dellufficio politico comunista, un personaggio enigmatico con la fama di duro. Suo compito: porre fine a ogni violenza dopo che più di mille persone sono state arrestate e un dirigente locale del Partito, Li Zhi, ha chiarito che ai «responsabili delle violenze» verrà inflitta la pena capitale.
Ieri Urumqi è rimasta tranquilla per la prima volta dopo il massacro di domenica scorsa, quando migliaia di uiguri, membri di una minoranza turcofona di religione musulmana, si sono prima scontrati con la polizia e poi hanno attaccato i negozi degli immigrati cinesi. Il bilancio di quelle violenze è stato di almeno 150 morti.
Nei giorni seguenti sono proseguite le manifestazioni degli uiguri, che hanno chiesto notizie degli arrestati, e in seguito dei cinesi, che hanno cercato di vendicarsi scatenando una caccia alluomo. Migliaia di uomini della Polizia armata del popolo, il corpo paramilitare addetto allordine pubblico, sono stati schierati nella città e sono riusciti a riprendere il controllo della piazza.
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