Il cinema di Kaurismaki all'Oberdan

Maurizio Acerbi
Come dire, avere le idee chiare su cosa fare, fin da subito. É il caso di Aki Kaurismaki, talentuoso regista finlandese, uno che fin dall'infanzia, insieme con il fratello Mika, aveva coltivato la passione per la settima arte adattandosi a tutto pur di alimentare il sacro fuoco della proiezione. Il tutto condito da una sottile ironia, quasi britannica, che è uno dei tratti caratteristici della sua interessante cinematografia.
Con Mika, crea la Villealfa Filmproductions che con limitati budget firma gli esordi sul grande schermo, a cominciare dal laconico La sindrome del lago Salmaa, prima pellicola finlandese dedicata alla musica rock. Fortemente critico con il capitalismo, dirige successivamente titoli significativi come Amleto si mette in affari e La fiammiferaia. Proprio la pellicola che racconta la storia di Iris fa parte dei nove lungometraggi che unitamente a cinque corti completano la rassegna organizzata dalla Cineteca Italiana e dedicata al regista finlandese.
Da domani, infatti, lo spettatore potrà scoprire o rivedere alcune delle perle più significative del suo sguardo surreale e critico, pessimista e malinconico, tratti che il recentissimo Le luci della sera ha scientemente riassunto.

Tra i titoli in programmazione, si potrà spaziare da Ho affittato un killer a Juha (privo di dialoghi, moderno cinema muto), da Leningrad Cowboys go America (da non perdere) a Nuvole in viaggio (commedia sulla disoccupazione), da Tatjana a Total Balalaika Show, senza dimenticare il poetico L'uomo senza passato (film che lo ha fatto scoprire dalla maggioranza del pubblico) a Vita da Bohème (ispirato al romanzo di Murger). La rassegna allo Spazio Oberdan di viale Vittorio Veneto si concluderà il 25.

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