Cinema

17 again, la carriera di Matthew Perry: da Friends alla tossicodipendenza

17 Again è uno dei tanti progetti a cui Matthew Perry si è avvicinato per cercare di superare il "lutto" della fine di Friends: ma è anche un film dove appare evidente lo stato di salute precario dell'attore, dovuto a una tossicodipendenza

17 again, la carriera di Matthew Perry: da Friends alla tossicodipendenza

17 again - Ritorno al liceo nasce come remake di una pellicola Disney, che vedeva come protagonista un giovanissimo Keanu Reeves: Young adult. La pellicola, che va in onda questa sera alle 21.10 su La5, ripropone allo stereotipo del "cambio d'età". Un uomo, più o meno scontento della propria vita e delle scelte fatte durante l'adolescenza, si trova a rivivere quel particolare momento della propria esistenza per aprire gli occhi davanti al suo presente tanto bistrattato e capire quali sono le vere cose che contano.

17 Again - Ritorno al liceo, la trama

Mike (Matthew Perry) è un uomo quasi apatico, che non ha fatto nulla mentre vedeva la sua vita cadere a pezzi. L'uomo, infatti, non solo ha perso il lavoro, ma non è mai riuscito a creare un canale di comunicazione coi suoi figli. Come se non bastasse, sua moglie Scarlett (Leslie Mann) lo ha cacciato di casa. Rifugiatosi dal vecchio amico Ned (Thomas Lennon), Mike si trova a ripensare alla sua adolescenza, ai giorni in cui aveva l'occasione di diventare qualcuno di famoso e importante. L'uomo, con la disperazione di chi pensa di aver fatto tutte scelte sbagliate nella vita, si mette a sognare di poter avere una seconda occasione, di tornare al liceo e dimostrare al mondo che lui non è solo uno scomodo padre di famiglia, ma un vero e proprio campione. Incredibilmente, quell'assurdo desiderio si trasforma in verità e Mike (Zac Efron) può affrontare di nuovo la pubertà.

La carriera di Matthew Perry tra alti e bassi

Sebbene, quanto a minutaggio, 17 Again - Ritorno al liceo sia un film con Zac Efron, la storia sembra essere molto più adatta a descrivere Matthew Perry. Come Mike, anche l'attore ha dovuto passare gran parte della vita con la sensazione di avere un vuoto, qualcosa che lo rendeva inavvicinabile per gli altri. Una sensazione che racconta lo stesso Perry nel libro Friends, amanti e la Cosa Terribile: "E, per la maggior parte del tempo, ho questi pensieri soffocanti: Non sono abbastanza, non sono importante, sono troppo esigente. Questi pensieri mi fanno sentire a disagio. Ho bisogno d'amore, ma non mi fido dell'amore."

Matthew Perry è conosciuto dal grande pubblico grazie all'interpretazione dell'immortale personaggio di Chandler Bing nell'altrettanto imperitura serie Friends. Una serie che ha avuto il merito di rivoluzionare la serialità televisiva e, soprattutto, di salvare la vita a uno dei suoi protagonisti. Leggendo l'autobiografia di Perry edita per l'Italia da La Nave di Teseo, si scopre che l'attore si avvicinò all'alcol in età precoce, per cercare di colmare un vuoto legato a genitori assenti e un po' distaccati e a un senso continuo di abbandono. L'alcol, per il giovane Matthew Perry, divenne uno scudo contro la paura di amare ed essere lasciato, proprio come fece anche l'ironia. Strumento, quest'ultimo, che è stato anche alla base della sua scelta come Chandler Bing. Come l'attore che lo interpreta, Chandler Bing è un uomo che nasconde dietro l'ironia il dolore per una famiglia distrutta e un senso di completa paura dell'impegno.

Il senso di ineguatezza di Matthew Perry, però, era molto più profondo e radicato e ben presto l'alcol non bastò più a mettere a tacere i demoni nella sua testa. Durante la terza stagione di Friends l'attore ebbe un incidente che lo portò a dover prendere del Vicodin. Ben presto Matthew Perry sviluppò una vera e propria dipendenza: un malessere che lo portò a perdere moltissimo peso, tanto che se si vedono gli episodi della terza stagione dello show, quando Chandler ha il pizzetto ed è magro, si può notare come l'attore assomigli più che altro a uno scheletro, tanto gli cadono i vestiti addosso. Eppure è stato proprio Friends a salvarlo, a farlo rimanere a galla in uno dei momenti peggiori della vita. Sempre nella già citata autobiografia l'attore scrive: "Friends era stato un posto sicuro, un punto di riferimento e di quiete per me; mi aveva dato una ragione per alzarmi dal letto ogni mattina e mi aveva anche dato una ragione per andarci un po' più piano la sera prima. Era stato il periodo più bello della nostra vita. Era come se ogni giorno ricevessimo un'altra, straordinaria notizia."

Tuttavia, come si legge anche su People, Matthew Perry era quasi sempre fatto durante gli anni di Friends. Non si presentava mai sotto sostanze sul set, ma quasi sempre doveva affrontare i postumi di qualche sbornia o qualche eccesso. L'unica stagione in cui fu completamente pulito fu la nona, la penultima, quella per cui venne candidato anche a un Emmy Awards. Nel corso degli anni Matthew Perry cercò di curarsi, di cacciare i demoni che lo costringevano a bere e a prendere montagne di pillole. Entrò ed uscì dalla riabilitazione molte volte e anche se all'inizio sembrava in grado di prendere una strada più salutare per la sua carriera, finiva sempre col ricadere nel proprio girone infernale. Anche nel caso di 17 again - Ritorno al liceo, che non fu particolarmente amato dalla critica, la sua presenza appare appesantita dalle sostanze che gli scorrevano nelle vene. Il punto di "rottura" avvenne quando, come racconta l'attore stesso nel primo capitolo della sua biografia, si trovò in coma, quando "mi esplose il colon". Con solo il due per cento di possibilità di superare la notte, Matthew Perry si trovava costretto a un macchinario chiamato ECMO. E il miracolo fu che medici e ospedali si impegnarono a tenere in vita l'attore, perché nessuno voleva essere responsabile della morte di Chandler Bing, un'icona televisiva che aveva aiutato gli Stati Uniti a superare anche il terribile lutto dell'11 settembre. L'esperienza della morte, il coma e la consapevolezza di aver ferito tantissime persone che c'erano sempre state per lui spinsero Matthew Perry a rientrare di nuovo in riabilitazione e a inseguire la sobrietà, che al momento è un traguardo raggiunto.

Un traguardo che gli ha permesso anche di scrivere l'autobiografia che ha fatto luce su quanto fama e felicità non siano parole che necessariamente possono camminare l'una al fianco dell'altra.

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