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Alfred Hitchcock, 5 capolavori del maestro del thriller da vedere questo weekend

Ci sono registi che sono capaci di influenzare la storia del cinema anche molti anni dopo la sua morte. È il caso, ad esempio, di Alfred Hitchcock. Nell'anniversario della sua scomparsa, ecco cinque film da non perdere assolutamente

Alfred Hitchcock, 5 capolavori del maestro del thriller da vedere questo weekend
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Il 29 aprile del 1980 si spegneva Alfred Hitchcock, uno dei maestri assoluti del panorama cinematografico, capace di creare un vero e proprio standard a Hollywood, soprattutto per quel che riguarda il genere thriller e suspense. Per fare un esempio, Hitchcock fu il primo nella storia del cinema a utilizzare nei suoi film il mcguffin, termine dietro il quale si nasconde un espediente narrativo, che può essere anche un oggetto, che cattura in un primo momento l'attenzione del pubblico per poi scomparire di colpo perché inutile alla trama e necessario solo come motore per le azioni dei personaggi. Giocando molto sulla tensione, l'attesa e sulla differenziazione netta tra colpo di scena e suspense, che rappresenta un po' la punta di diamante della sua produzione, Alfred Hitchcock è stato in grado di realizzare alcuni capolavori immortali, che ancora oggi sono presi come esempi per chiunque studi e sogni di diventare un regista.

I capolavori di Alfred Hitchcock

Psyco

Non c'è dubbio alcuno che il film più conosciuto di Hitchcok sia proprio Psyco, pellicola che suscitò il disprezzo di Walt Disney ma anche l'ammirazione di molti cineasti successivi, come Gus Van Sant che ripropose il film, inquadratura per inquadratura, omaggiando il grande maestro del thriller. Per i pochi che non lo sapessero, Psyco prende il via quando Marion Crane (Janet Leigh), dopo aver commesso un furto, trova riparo al Bates Motel, dove lavora l'inquietante Norman Bates (Anthony Perkins). Marion, che sembra essere la protagonista della vicenda, viene poco dopo uccisa nella doccia da un numero altissimo di coltellate. La storia allora si sposta sulla sorella che arriva al Bates Motel per indagare e sulla storia di Normal e delle sue turbe mentali. In questo film non solo è possibile vedere la capacità dietro la macchina da presa, ma anche l'utilizzo del già citato mcguffin che in questo caso è rappresentato dai soldi che Marion ruba all'inizio della pellicola.

Nodo alla gola

Ispirato a un vero fatto di cronaca, Nodo alla gola è uno dei film meno visti di Alfred Hitchcock, nonostante rappresenti una vera e propria sfida a livello tecnico. Questo perché la pellicola incentrata su due amici (John Dali e Farley Granger) che uccidono un compagno di Harvard (Dick Hogan) alla fine di una lita è realizzato attraverso dei piani sequenza. In ambito cinematografico il piano sequenza è una tecnica che non prevede alcuno stacco di montaggio e, dunque, è un'inquadratura continua, in diretta, che non deve prevedere sbagli. Alcuni di questi piani sequenza in Nodo alla gola, inoltre, sono tenuti insieme con un montaggio così invisibile che alcune scene sembrano una sola e interminabile inquadratura. Nel cast anche James Stewart.

La finestra sul cortile

Tratto da un racconto di Cornell Woolrich, La finestra sul cortile è senza dubbio uno dei capolavori indiscussi della settima arte, capace di ispirare anche il cinema del nuovo millennio con tecniche simili a quelle portate sul grande schermo da Alfred Hitchcock. Presentato in anteprima alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, La finestra sul cortile racconta la storia del fotoreporter Jeff (James Stewart) che, dopo essersi fratturato una gamba, è costretto a stare sulla sedia a rotelle per qualche settimana. La noia lo porta ben presto a spiare i suoi vicini con l'uso di un teleobiettivo. Una notte l'uomo viene svegliato dall'urlo spaventato di una donna: il reporter si mette subito a indagare grazie al suo obiettivo e comincia a notare fatti ed eventi strani nella casa dei coniugi Thorwald. Convinto che si tratti di un caso di omicidio l'uomo comincia a indagare insieme all'aiuto della fidanzata (Grace Kelly).

Gli Uccelli

Uscito per la prima volta nel 1963, Gli Uccelli è il film che ha permesso a Alfred Hitchcock di affrontare una delle sue più grandi pure: gli uccelli. Non è un caso, infatti, che Norman Bates viva in un hotel pieno di quadri adatti a un appassionato di Birdwatching, né che la musica che accompagna le coltellate in Psyco sia realizzata quasi a voler richiamare il verso degli uccelli. Tratto dall'omonimo romanzo di Daphne Du Maurier e interpretato da Tippi Hedren e Rod Taylor, Gli uccelli racconta quasi una distopia, in cui gli esseri unmani vengono attaccati da costanti attacchi da parte degli uccelli, senza che ci sia una vera ragione dietro.

La donna che visse due volte

La donna che visse due volte racconta la storia di un poliziotto (James Stewart) che dopo aver perso una collega a causa delle proprie vertigini e della propria paura, viene incaricato di indagare su Madeleine (Kim Novak), la moglie di un vecchio amico, per il quale l'uomo perde subito la testa. Ma ben presto l'incarico si trasforma in un incubo a occhi aperti, fatto di vertigini, ossessioni e allucinazioni. Nonostante la trama di La donna che visse due volte sia di quelle che lasciano con il fiato sospeso fino alla fine, il film di Alfred Hitchcock ha un altissimo valore cinematografico proprio per l'idea delle vertigini, Vertigo in inglese, come il titolo originale del film.

La caratteristica principale di questo film, infatti, è proprio la tecnica utilizzata con gli zoom per restituire le vertigini e la spirale nella soggettiva del protagonista.

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