
Un tributo a un giornalista coraggioso e scomodo, una figura che per troppo tempo è stata dimenticata: il Secolo d’Italia ha dedicato uno speciale ad Almerigo Grilz, primo reporter di guerra italiano a cadere sul campo dopo la Seconda guerra mondiale, in occasione dell’uscita nelle sale del film “Albatross”, diretto da Giulio Base e ispirato proprio alla sua vita.
La scomparsa
Grilz, triestino, morì il 19 maggio 1987 in Mozambico, a soli 34 anni, colpito mentre documentava il conflitto tra i ribelli della Renamo e i governativi del Frelimo. È stato un giornalista internazionale, apprezzato all’estero, che firmò anche importanti reportage per il Secolo d’Italia. Ma il suo passato politico, da militante del Fronte della Gioventù e dirigente del Msi, ha a lungo pesato come un “peccato originale”, relegandolo ai margini della memoria collettiva. "Un’inspiegabile damnatio memoriae", come l’ha definita il giornalista Toni Capuozzo, che nel film ha ispirato il personaggio di Vito, interpretato da Giancarlo Giannini.
Lo speciale
Curato da Annamaria Gravino, Gloria Sabatini, Fernando Adonia e Cristina Di Giorgi offre numerosi contributi: un’intervista al regista Giulio Base, conversazioni con Fausto Biloslavo e Gian Micalessin – amici e colleghi di Grilz con cui fondò l’agenzia Albatross, da cui prende nome il film – e una riflessione di Capuozzo sull’importanza di riconoscere oggi il valore professionale e umano di Grilz. Non mancano anche un approfondimento sulla sua collaborazione con il Secolo e un focus sul documentario Missione Mozambico 2025, che racconta il viaggio dei due reporter per apporre una targa commemorativa nel luogo della sua morte.
"Con Albatross – spiega Giulio Base – ho voluto contribuire a una riconciliazione. C'è ancora una certa intellighenzia che pensa che questo film non dovesse essere fatto. Ma ho seguito il consiglio di Giannini: futtitinni. Ho voluto parlare di rispetto". "Almerigo è stato un visionario – ricordano Biloslavo e Micalessin – tra i primi a intuire la multimedialità, a portare sul campo telecamera, macchina fotografica e taccuino. Non ci fermava nulla, eravamo mossi da passione pura".
Con la pellicola Albatross e questo speciale giornalistico,
Almerigo Grilz torna a essere un nome e un volto della storia del giornalismo italiano, non più “l’inviato ignoto” come lo definì Capuozzo, ma un protagonista da ricordare, raccontare e onorare.