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Blade Runner 2049, il ruolo pensato per David Bowie prima della sua morte

Blade Runner 2049 è un sequel che è stato accolto con molto favore in quel di Hollywood, ma forse il film avrebbe avuto ancora più successo se la morte non avesse privato il cast di un elemento di spessore come David Bowie

Blade Runner 2049, il ruolo pensato per David Bowie prima della sua morte

Era il 1982 quando Ridley Scott portò sul grande schermo Blade Runner, la pellicola con Rutger Hauer che poi divenne un caposaldo del genere fantascientifico e della distopia. Nel 2017 il regista Denis Villeneuve decise di prendere quella storia e raccontarne un seguito con Blade Runner 2049, film che va in onda questa sera alle 21.10 su Rai Movie. Come spesso accade quando si ha a che fare con dei sequel, la notizia del film preoccupò molto i fan del primo capitolo. Ma Blade Runner 2049 è poi riuscito a convincere pubblica e critico, grazie anche alla mano esperta del regista che aveva già confermato il suo talento nel 2016 con Arrival e poi, nel 2021 con Dune.

Blade Runner 2049, la trama

I fatti raccontati in Blade Runner 2049 prendono il via a trent'anni di distanza da quelli portati sul grande schermo da Ridley Scott. Dopo una serie di rivolte i replicanti della Tyrell sono stati messi al bando, mentre il mondo ha dovuto affrontare una terribile carestia a cui è sopravvissuto solo grazie all'agricoltura sintentica ideata dal misterioso Neander Wallace (Jared Leto). Grazie al successo e al riscontro economico, l'uomo ha potuto acquistare tutti i replicanti della Tyrell, creando una nuova serie di androidi perfettamente funzionanti, il cui unico scopo è quello di obbedire ai loro padroni umani. Intanto, a Los Angeles, l'Agente K (Ryan Gosling) ha il compito di trovare e ritirare i vecchi replicanti che ancora vivono in clandestinità. Ed è proprio durante una di queste missioni che il blade runner scopre una verità che potrebbe distruggere ogni cosa. Incaricato di nascondere i segreti emersi dalle profondità della terra, l'Agente K si imbatterà in Rick Deckart (Harrison Ford), scomparso trent'anni prima, che potrebbe aprire gli occhi al blade runner, spingendolo a interrogarsi sulla sensatezza, la giustizia e l'integrità del suo operato e dei suoi diretti superiori.

Il ruolo pensato per David Bowie

Come si legge sul sito dell'Internet Movie Data Base, il regista Denis Villeneuve era perfettamente consapevole della pressione a cui andava incontro, scegliendo di dirigere il sequel di una pellicola che aveva fatto la storia della settima arte e che era diventata una pietra miliare di un genere come quello della fantascienza. Sapeva, inoltre, che avrebbe incontrato lo zoccolo duro dei fan del film del 1982, che erano impietriti davanti alla prospettiva di nuovo film. A questo riguardo è stato il regista stesso a spiegare come si era avvicinato alla sfida, dicendo: "Ero consapevole che ogni fan sarebbe entrato al cinema con una mazza da baseball. Lo sapevo e, in qualche modo, lo rispettavo. Insomma, andava bene perché si parlava di arte. L'arte è rischiare e io dovevo farlo. Sarebbe stato il più grande rischio della mia vita, ma mi andava bene. Anzi, era davvero eccitante. Era d'ispirazione e io ero davvero ispirato. Sognavo di fare film di fantascienza da quando avevo dieci anni e ho detto no a molti sequel. Ma non avrei mai potuto dire di no a questo film. Lo amavo troppo. Perciò mi sono detto: 'D'accordo, lo farò e farò tutto ciò che è in mio potere per renderlo grande." In realtà all'inizio Denis Villeneuve non era così incline ad accettare la proposta di dirigere il sequel del film di Scott, ma, come si legge su IMDB, si convinse a fare il film solo dopo aver letto la sceneggiatura originale e averla trovata di altissimo livello. La stessa reazione avuta anche da Harrison Ford, che tornò a vestire i panni del personaggio interpretato negli anni Ottanta proprio grazie allo script che gli era stato presentato. Con Ridley Scott nei panni del produttore esecutivo e una vecchia star pronta a tornare nei panni di un personaggio iconico, la vera sfida di Denis Villeneuve era quella di trovare un cast che fosse all'altezza della sceneggiatura. Ryan Gosling era già un attore di primo livello, che veniva dal successo dello splendido La La Land e Ana de Armas avrebbe di lì a poco confermato il suo talento, fino ad essere scelta per interpretare Marylin Monroe nel recentissimo Blonde.

C'era tuttavia un ruolo su cui il regista - che nel 2023 tornerà con il secondo capitolo di Dune - sembrava non avere alcun dubbio sull'attore che lo avrebbe interpretato. Per il ruolo dell'ambiguo Neander Wallace il regista aveva pensato immediatamente a David Bowie. Il sogno di Denis Villeneuve, però, non poté realizzarsi dal momento che il cantante e artista inglese morì il 10 gennaio 2016, a seguito dell'aggravarsi di un tumore al fegato contro il quale, secondo TGCom, aveva combattuto in segreto per diciotto mesi. Le riprese del film non erano ancora iniziate e Villeneuve, insieme alla produzione, dovette pensare a una "seconda scelta".

Fu a quel punto, dunque, che entrò in scena Jared Leto.

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