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Jojo Rabbit, un attore ebreo che interpreta Hitler: ecco come e perché è successo

Jojo Rabbit è un film che racconta il dramma della Seconda Guerra Mondiale con i toni della commedia grottesca, includendo anche un Adolf Hitler interpretato da un ebreo

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In onda questa sera alle 21.10 su Rai Movie, Jojo Rabbit è il film diretto da Taika Waititi - ora noto anche per essere il regista degli ultimi due capitoli di Thor - che si pone come uno sguardo surreale e a tratti grottesco della Seconda Guerra Mondiale, del Terzo Reich e, in generale, delle conseguenze che la propaganda nazista poteva avere su giovani menti facilmente influenzabili.

Jojo Rabbit, la trama

Jojo Betzler (Roman Griffin Davis) è un bambino di dieci anni che attraversa il periodo buio della Seconda Guerra Mondiale credendo nella propaganda nazista. Il bambino tedesco, infatti, fa parte della gioventù hitleriana, crede nei principi del Terzo Reich e soprattutto ha un amico immaginario alquanto particolare: Hitler (Taika Waititi). Jojo vive insieme alla madre Rose (Scarlett Johansson), mentre suo padre è a combattere sul fronte italiano. Il bambino divide il suo tempo tra le avventure con l'amico Yorki e frequentando un campo di "addestramento" per giovani ragazzi hitleriani guidato dal capitano Klenzendorf (Sam Rockwell). Un giorno, però, Jojo scopre che in casa sua è nascosta una ragazza ebrea (Thomasin McKenzie): tutto quello che Jojo conosce o che pensa di sapere crolla davanti a quella scoperta. In cosa potrà credere d'ora in poi?

Ecco perché Taika Waititi interpreta Hitler

Uscito in Italia nel gennaio 2020 e vincitore del Premio Oscar alla Miglior Sceneggiatura non originale, Jojo Rabbit è tratto dal romanzo Caging Skies, firmato da Christine Leunens. Si tratta di una storia che, pur appartenendo alla sfera letteraria, sembra creata appositamente per essere raccontata da Taika Waititi. Prima ancora di Thor: Love & Thunder, dove il ricorso al grottesco e all'assurdo ha offeso molti fan del Marvel Cinematic Universe, Taika Waititi aveva già dimostrato come il ricorso alla satira e alla capacità di ribaltare cose date per assodate fosse un po' il marchio distintivo del suo cinema. Lo aveva dimostrato anche con il suo film What we do in the shadows, dove rivisitava il mito del vampiro trasformandolo in una serie di creature immortali e annoiate, grottesche e involontariamente comiche, che avevano problemi persino a portare fuori la spazzatura. Taika Waititi è un regista che racconta come le cose che si credono certe non sono altro che argilla da poter plasmare sotto i colpi di una comicità a volte nerissima e a volte davvero geniale. Strumenti che utilizza anche in Jojo Rabbit, e che sono riconoscibili dalla scelta di far sì che non solo il protagonista avesse come amico immaginario Adolf Hitler, ma anche che il führer fosse interpretato da un regista neozelandese per metà ebreo e per metà Maori.

Si tratta, a ben guardare, di una sorta di rivincita che il regista si prende contro la storia del nazismo. In una dichiarazione riportata da Coming Soon, ad esempio, Taika Waititi ha spiegato perché ha voluto interpretare lui stesso Hitler e ha detto: "Se riesci a rendere ridicolo Hitler, hai vinto." E, in effetti, l'Hitler immaginario, che Jojo inventa perché non è in grado di combattere la sua solitudine perché non ha gli strumenti per comprendere il suo status, è un personaggio che non c'è nel libro e che è stato inventato dallo stesso Taika Waititi per privare la figura del capo del Terzo Reich di quell'alone di potere che ancora lo accompagna e farlo scendere nella sfera dei "fenomeni da baraccone", dei "giullari" di cui si può solo ridere e che non dovrebbero mai essere presi sul serio. Secondo una dichiarazione riportata dal sito dell'Internet Movie Data Base quando a Taika Waititi è stato chiesto perché avesse interpretato lui Hitler, il regista/attore ha risposto: "La risposta è semplice. Quale *vaffancu*o migliore di questo?" Taika Waititi ha dunque portato sul grande schermo il film che voleva fare e lo ha fatto mostrando anche una sorta di "rivincita" da parte del popolo ebraico: perché in effetti per Hitler potrebbe non esserci onta peggiore che vedersi deriso da qualcuno appartenente a quell'etnia che aveva cercato di spazzare via. Questo, però, non ha evitato che Jojo Rabbit fosse comunque al centro dl alcune controversie: la sua satira, secondo alcuni, si è spinta troppo oltre, ma l'intento del regista era sempre stato quello di parlare di un argomento tanto delicato senza ricorrere al drammatico che tanto era stato sfruttato sul grande schermo. Sempre a Coming Soon ha spiegato: Sapevo di non voler fare un dramma puro e semplice sull'odio e il pregiudizio. Quando qualcosa mi sembra un po' troppo semplice, mi piace portarci il caos. Ho sempre creduto che la commedia fosse il modo migliore per far sentire più a suo agio il pubblico.

In Jojo Rabbit coinvolgo il pubblico con la risata, e quando ha abbassato la guardia inizio a inserirci questo carico di dramma che in questo modo colpisce maggiormente."

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