Maledetto il giorno che t'ho incontrato e la superstizione di Carlo Verdone

Durante le riprese di Maledetto il giorno che t'ho incontrato, Carlo Verdone ha dovuto sfidare un luogo maledetto nella cultura britannica per convincere la troupe a proseguire il lavoro

Maledetto il giorno che t'ho incontrato e la superstizione di Carlo Verdone

Maledetto il giorno che t'ho incontrato è senza dubbio uno dei film più conosciuti e amati della filmografia di Carlo Verdone, capace di sconfiggere qualsiasi prova del tempo, tanto che a ogni passaggio televisivo la pellicola riscontra sempre una buona accoglienza. Vincitore di cinque David di Donatello e di due Globi d'oro, Maledetto il giorno che t'ho incontrato va in onda questa sera alle 22.55 su Cine 34, il canale in chiaro interamente dedicato al cinema nostrano.

Maledetto il giorno che t'ho incontrato, la trama

Uscito nel 1992 e diretto dallo stesso Carlo Verdone, Maledetto il giorno che t'ho incontrato racconta la storia di Bernardo Arbusti (Verdone), un musicista alle prese con la stesura di una biografia di Jimi Hendrix che risucchia tutte le sue energie e il suo tempo libero, a discapito della fidanzata Adriana (Elisabetta Pozzi) che, stanca di essere messa in secondo piano, decide di lasciarlo. Soppiantato a Milano e senza troppi punti di riferimento, Bernardo cade in una terribile depressione e in vari sfoghi ipocondriaci, che lo spingono a chiedere aiuto a un terapista (Alexis Meneloff). Mentre cerca di rimettere in ordine i pezzi della sua psiche paranoica, Bernardo incontra Camilla (Margherita Buy), un'attrice emotivamente instabile che prova un forte sentimento per il terapista. Incredibilmente, con le loro anime a pezzi, Camilla e Bernardo fanno amicizia, diventando l'uno il confidente dell'altra, finché tra i due non comincia a nascere qualcosa di diverso. Qualcosa che, forse, nessuno dei due è davvero pronto ad affrontare.

Carlo Verdone in un luogo maledetto

Come si legge su Sky TG24, il modo migliore per descrivere Maledetto il giorno che t'ho incontrato è utilizzare le stesse parole di Carlo Verdone, che ha asserito che in questa pellicola scritta insieme a Francesca Marciano si trova "tutto il Carlo Verdone vero. Tutto ciò che amo, che ho amato, che ero e che sono, sta tutto in quel film. Un omaggio ad Hendrix ma anche alla mia ipocondria che dopo quel film sparì notevolmente. In pratica avevo fatto una sorta di autoanalisi davanti al pubblico”. In effetti il film funziona non solo per il tono da commedia con cui viene affrontato l'avvicinamento tra due personaggi pieni di crepe e insicurezze, ma anche perchè in esso serpeggia una costante e palese onestà d'intenti che rende i personaggi tanto veri quanto affascinanti, al punto che pur nei loro momenti più "detestabili" finiscono con l'essere molto apprezzati dal pubblico. Maledetto il giorno che t'ho incontrato, inoltre, è stato apprezzato anche dall'ente del turismo della Gran Bretagna: girato in parte anche in Cornovaglia, il film ha incontrato un'accoglienza particolarmente favorevole da parte del governo britannico proprio per la sua capacità di comprendere e rilanciare la bellezza di luoghi che, negli anni Novanta, non erano ancora particolarmente noti al turista medio.

La troupe inglese paralizzata dalla leggenda delle streghe

E proprio alla Cornovaglia è legato un aneddoto molto particolare delle riprese, che ha portato Carlo Verdone ad affrontare un luogo maledetto e la superstizione ad esso legata. Parte delle riprese sono state girate a Land's End, nel punto più occidentale della Gran Bretagna. A circa dieci chilometri dal villaggio pittoresco si trova un luogo chiamato Crows-an-wra, che in gaelico significa "il passaggio delle streghe". Per le persone del posto, il luogo ha un'aurea malefica e maledetta, perché nella tradizione era un incrocio che portava a case di donne abituate all'uso della magia nera, che subirono poi la caccia spietata degli inquisitori e la morte sul rogo. Giunto sul luogo per fare le riprese, Carlo Verdone dovette affrontare la superstizione della troupe inglese, che non aveva nessuna intenzione di avvicinarsi a un luogo tanto nefasto. Per cercare di convincerli che non sarebbe accaduto nulla di pericoloso, Carlo Verdone si fece fotografare con il cartello in gaelico. A raccontare questo aneddoto è l'artista stesso, in un lungo post su Facebook in cui si legge: "Per la troupe inglese quel cartello era un'ossessione. Un giorno mi sono rotto e li ho sfidati, facendomi fare la foto, addirittura appoggiandomici sopra. [...

] 'Vi dimostrerò che porta bene! Scommettiamo?' Ed infatti il film nel '92 incassò quasi 13 miliardi di lire, e vinse parecchi David di Donatello. L'ambasciata inglese mi fece addirittura un regalo perché con quel film triplicarono gli italiani in vacanza in Cornovaglia."

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