Cinema

Mission Impossible, i litigi tra Tom Cruise e il regista sulle controfigure

Come in ogni capitolo della saga, anche nel secondo episodio di Mission Impossible Tom Cruise ha spinto per fare da sé le scene più pericolose, anche a costo di litigare con il regista

Mission Impossible, i litigi tra Tom Cruise e il regista sulle controfigure

Mission Impossible II è il secondo capitolo della saga cinematografica iniziata nel 1996 in cui Tom Cruise interpreta Ethan Hunt, un personaggio diventato una vera e propria icona nella storia del cinema contemporaneo. La pellicola, diretta da John Woo, va in onda questa sera alle 21.04 sul canale 20 Mediaset.

Mission Impossible II, la trama

Non c'è un attimo di riposo per l'agente dell'IMF Ethan Hunt (Tom Cruise). Proprio quando è nel bel mezzo di una meritata vacanza dopo gli eventi narrati nel primo capitolo, l'agente speciale viene chiamato con urgenza dal comandante Swanbeck (Anthony Hopkins), che lo vuole a capo di un'importantissima missione con conseguenze molto importanti a livello internazionale. Sean Ambrose (Dougray Scott), che ha tradito l'agenzia, ha ora ucciso lo scienziato Nekhorvich (Rade Serbedzija) per poi rubargli il virus a cui stava lavorando, Chimera, e il relativo antidoto, Bellerofonte. Coadiuvato dall'aiuto dell'agente Nyah Hall (Thandie Newton) - anche ex fidanzata di Ambrose - e insieme a una squadra di specialisti esperti, Ethan parte alla volta di Sydney per cercare di portare a termine un compito impossibile: recuperare Bellerofonte e distruggere Chimera prima che un gruppo di terroristi utilizzi il virus per decimare la popolazione.

Le incomprensioni sul set

Se c'è un aspetto a cui i registi cinematografici si sono abituati quando hanno a che fare con Tom Cruise è la consapevolezza che il divo di Hollywood tende a rifiutare la presenza di controfigure per fare da sé le scene più pericolose presenti nel copione. Che sia arrampicarsi sul grattacielo più alto del mondo in Mission Impossible: Protocollo Fantasma o starsene sull'ala di un aereo in volo come in Mission Impossible: Rogue Nation, Tom Cruise non si è mai tirato indietro davanti al pericolo e, anzi, sembra desiderarlo con particolare enfasi, come se le sue capacità istrioniche fossero misurate proprio dalla sua capacità di sottomettersi a qualsiasi necessità narrativa.

La lavorazione del secondo film della saga dedicata al personaggio di Ethan Hunt non ha fatto eccezione. La pellicola, infatti, prevede la presenza di alcune scene pericolose che avrebbero avuto bisogno di un team di stunt o comunque di controfigure esperte. Proprio questo argomento, secondo quanto si legge sul sito dell'Internet Movie Data Base, è stato motivo di scontro sul set tra il protagonista Tom Cruise e il regista John Woo. Nella ricostruzione fatta dalla testata appena citata, infatti, John Woo e Tom Cruise litigarono spesso sulla presenza di controfigure sul set, perché il regista non voleva farne a meno e Tom Cruise, al contrario, era molto restio a usarle. Secondo IMDB, per Tom Cruise accettare l'uso delle controfigure equivaleva a imbrogliare e tradire il pubblico. Inoltre il divo di Hollywood era convinto che qualsiasi spettatore avrebbe potuto vedere e riconoscere le scene in cui c'era una controfigura al suo posto a causa dei movimenti del corpo, della gestione del tempo e altri piccoli dettagli che non sarebbero sfuggiti a nessuno sguardo. John Woo, pur apprezzando molto il coraggio di Tom Cruise, continuò ad essere molto prudente e a prediligere l'uso di controfigure, anche perché il regista soffriva terribilmente di vertigini e la sua paura per le altezze lo spingeva ad essere ancora più prudente. Inoltre, sempre secondo IMDB, Tom Cruise aveva anche "mentito" ai rappresentanti assicurativi della produzione, asserendo che avrebbe lasciato che fossero le controfigure a gestire le cose più preoccupanti.

In realtà, alla fine, Tom Cruise arrivò a fare da solo il 95% delle scene più pericolose, compresa quella in cui è "costretto" a scalare una cima nello Utah.

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