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Perché è arrivato il momento di (ri)vedere il film di Dune su Netflix

Tratto da una serie di romanzi cult, Dune è il film di fantascienza che celebra il sacro e il profano e "occhieggia" alla generazione Z. È in streaming su Netflix

Perché è arrivato il momento di (ri)vedere il film di Dune su Netflix
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È stato il film che ha dominato il box office nella stagione autunnale del 2021, superando i colossi di Godzilla Vs. Kong e The Eternals. Ha vinto ben sei statuette agli Oscar del cinema, è stato baciato da ottime critiche, è diventato uno dei film di fantascienza più amati dalla generazione Z, nonostante non sia di facile fruizione. Oggi Dune è su Netflix e, in poco tempo, è balzato in vetta alla top ten dei film più visti in streaming, confermando sia la sua potenza visiva che la forza di una storia epica e dal grande appeal. Diretto da Denis Villeneuve, celebre per Prisoners, Arrival e per Blade Runner: 2049, il film ha avuto l’ardire di vincere una scommessa che sembrava persa in partenza. Adattare per il cinema la celebre saga fantasy di Frank Herbert è un’impresa titanica, ma il Dune di Villeneuve riesce a convincere proprio tutti. Non solo conserva la bellezza del romanzo a cui è ispirato ma regala al pubblico un’esperienza unica nel genere, coinvolgendolo in un viaggio in un’epoca lontana tra lotte per il potere e passioni scritte nel destino.

Un successo insperato, una boccata di aria fresca per le sale cinematografiche dopo le chiusure forzate a causa del Covid. Un successo dovuto non solo a una messa in scena impeccabile ma anche a un cast di tutto rispetto che include volti noti come Timothèe Chalamet – lanciato dopo Chiamami col tuo nome -, Josh Brolin, Oscar Isaac – visto anche in Moon Knight -, Jason Momoa, Zendaya – conosciuta per il ruolo di Euphoria – e Charlotte Rampling. Non è uno di quei film sci-fi con soli intrighi politici, ma è un viaggio intimistici nell’animo umano. E ora vi spieghiamo il perché è arrivato il momento di rivedere Dune.

Gli Harkonnen e gli Atreides, una guerra per la conquista della "spezia"

Dicevamo, è un film che ha avuto un successo inaspettato dato che Dune non è di certo una storia adatta a tutti. Più che altro è un film di genere che vira su temi filosofici e che parla di crescita, di razionalità e di purezza d’animo. Al centro della storia c’è una guerra tra due casate imperiali in un futuro a noi lontano. I crudeli Harkonnen e gli Atreids, capeggiati da Leo Atreides, si contendono lo sfruttamento della "spezia", una sostanza che si trova sul pianeta di Arrakis, molto preziosa, ricercata e che conferisce strane abilità a chi ne entra in contatto. Quando l’Imperatore Shaddam IV toglie il controllo totale della spezia agli Harkonnen per donarlo alla nobile casata degli Atreides, tra le due famiglie si innesca la scintilla di una guerra che apre una frattura in un universo basato su magia, religione e superstizione. È in questo contesto che si delineano i contorni del figlio di Leo, Paul, il quale segue il suo istinto e comincia un viaggio per conoscere a fondo se stesso, la sua eredità e cercare di capire cosa c’è dietro le visioni che lo portano nel cuore pulsante di Arrakis.

Il viaggio del giovane Paul verso l’età adulta

Cercare di riassumere gli eventi più salienti del film non è affatto facile. Dune è una saga familiare ambientata in un mondo in cui tutto è possibile ma è anche un viaggio di crescita, redenzione e resilienza del giovane Paul. Ed è questo il particolare che ha reso il film di così grande spessore, aderendo anche a un pubblico giovane e fuori dal target di riferimento. Timothèe Chalamet, che presta il suo volto al giovane Paul, diventa il volto di una generazione, il volto di chi non vuole crescere a tutti i costi, ma di chi ha a cuore i valori della famiglia, del rispetto e del coraggio. Un viaggio che non lascia nulla al caso, guidato da una forza ancestrale che unisce il destino di due cuori nel bel mezzo di una guerra. Il film è come se non implodesse mai, anzi, si conclude proprio sul più bello, ma è preludio di un secondo capitolo che scioglierà i nodi della storia.

Il significato di "Dune"

Il titolo del film fa riferimento a un particolare molto importante. È il nome del pianeta di Arrakis chiamato Dune perché è coperto quasi totalmente da una sabbia finissima, al cui interno ci sono dei vermi giganti affamati di carne e sangue. Questo pianeta è l'unica fonte della sostanza più preziosa dell'universo, la "spezia". È una sostanza psichedelica, simile a una sostanza stupefacente e simile a una polvere luccicante, presente proprio nelle sabbie che coprono il pianeta, e conferisce il dono della premonizione. Amplifica anche le capacità mentali, rendendo possibile l'utilizzo dei macchinari per il viaggio interstellare. Inoltre è ritenuta sacra dai nativi di Dune, i Fremen, per via degli effetti visionari che ha sugli umani.

Primo capitolo di una trilogia cinematografica

All’inizio, in pochi credevano nella riuscita della pellicola anche se alle spalle c’era un budget stratosferico e un cast di tutto rispetto. Il film è arrivato nelle sale in piena riapertura delle sale e durante l’accesa campagna vaccinale. In America è arrivato prima nei cinema e poi in streaming, sul canale web della HBO Max. A fronte di ottimi incassi e di ottime visualizzazioni, è stato confermato il sequel e un prequel. Il secondo film, che dovrebbe arrivare nelle sale solo nel 2024, racconterà la seconda parte del primo romanzo a cui è ispirato. Infatti, per ora, è pubblicizzato come Dune – capitolo II. Nel giugno 2019 la Legendary Pictures ha annunciato lo sviluppo di una serie televisiva spin-off intitolata Dune: The Sisterhood. La serie servirà da prequel al film, si focalizzerà sull'organizzazione – sociale e religiosa – delle Bene Gesserit e verrà distribuita in streaming su HBO Max. L'episodio pilota verrà diretto da Villeneuve mentre la serie verrà scritta da Jon Spaihts.

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Un film che vince sul classico di David Lynch

Portare al cinema il mito di Dune non è affatto facile dato che la saga letteraria di riferimento è un’opera piena e complessa a cui è difficile star dietro. Prima di Villeneuve ci ha provato David Lynch nel 1984. Il celebre creatore di Twin Peaks ha preso il primo romanzo e ha scritto e diretto un film monumentale che, però, è stato un flop di critica e di incassi. Questo perché il regista è stato costretto a tagliare ben 3 ore di girato (all’inizio il film era lungo 6 ore), portando nelle sale un film incompleto e che ha funzionato solo nella prima parte, perdendosi poi nella seconda. A convincere però è stata la rilettura dell’universo di Dune, concettualizzato come un mondo regale ma barocco e decadente.

L’epopea letteraria di Frank Herbert

Tutto questo non sarebbe stato possibile senza il genio di Herbert. Autore acclamato dalla critica, è stato uno dei pochi che riportato al successo di pubblico e a livello mondiale una saga familiare di riscatto e vendetta sulle “note” di Asimov. Rimane famoso soprattutto per il suo romanzo Dune e per i cinque libri della serie. Il ciclo di Dune affronta temi complessi e cari allo scrittore, come la sopravvivenza umana, l'evoluzione, l'ecologia e la commistione di religione, politica e potere. Dune vinse nel 1965 il Premio Nebula, a cui fece seguito il Premio Hugo, i massimi riconoscimenti nell'ambito fantascientifico. Da molti degli appassionati del genere è considerata l'opera migliore di fantascienza epica.

Perché Dune è un film da vedere e rivedere

Un film per pochi? Assolutamente no. Dune è qualcosa che esula dal semplice intrattenimento a cui siamo soliti vedere al cinema. È un lungometraggio complesso, ma che regala una gioia al cuore e all’anima. Da vedere per perdersi in una storia mistica, esoterica e di grande impatto visivo.

Da non perdere anche solo per immergersi in un mondo a noi lontano dove tutto sembra ancora possibile.

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