Povere creature!, Emma Stone è la nuova Frankenstein sotto la guida di Yorgos Lanthimos

Dopo l'anteprima mondiale al festival di Venezia, in sala arriva Povere creature!, il nuovo film disturbante e discusso di Yorgos Lanthimos. Ecco la recensione

Povere creature!, Emma Stone è la nuova Frankenstein sotto la guida di Yorgos Lanthimos
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Presentato in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia, Povere creature! è il nuovo film diretto da Yorgos Lanthimos in uscita il 25 gennaio, in cui il regista greco ritrova quella che ad oggi si può considerare la sua musa, Emma Stone, dopo averla già diretta nel perturbante La favorita. La storia è, in parte, un recupero della tradizione dettata dal Frankenstein di Mary Shelley, riflettendo tanto sulla figura del mostro, quanto sul paragone tra Dio e Scienza. Il tutto, però, in una nuova chiave decisamente postmoderna, che guarda più al mostruoso femminile e alla liberazione sessuale, in un mondo vittoriano e grottesco, che non lesina su violenza e nero umorismo.

Povere creature!, un film disturbante sulla libertà femminile

La storia è quella di Bella (Emma Stone), una donna riportata alla vita dopo il suicidio dalla mente e dagli esperimenti dello scienziato Godwin (Willem Dafoe). Nonostante abiti un corpo già adulto e perfettamente formato, all'inizio della pellicola Bella è una creatura curiosa ma infantile, che sta imparando di nuovo il linguaggio e la capacità di guardare al mondo. Una bambina che, tuttavia, cresce a vista d'occhio e la cui mente matura col passare dei giorni, e non degli anni. Amata dal suo inventore e corteggiata dal di lui assistente (Ramy Youssef), Bella decide però di scappare con un sedicente avvocato (Mark Ruffalo), che la introduce ai piaceri del sesso e la porta via di casa, in un'avventura che per Bella diventa una nuova occasione di crescita e scoperta, tra una Lisbona coloratissima, una Parigi assetata di sesso e gli angoli più miserabili della terra, dove il classismo sociale crea più vittime della violenza stessa.

Povere creature! si potrebbe riassumere come una pellicola che è volta a raccontare l'educazione sentimentale di una ragazza cresciuta in un ambiente protetto. Ma a Yorgos Lanthimos non interessa recuperare un archetipo narrativo di fine Ottocento e questo punto di partenza viene preso e distrutto sotto i colpi di un ribaltamento: la ragazzina protetta è in realtà un "mostro" nato dalle ambizioni di uno scienziato che si diverte a giocare a essere Dio (non a caso il personaggio di Willem Dafoe si chiama Godwin, cioè Dio Vince), una donna che non è interessata a scoprire l'amore, ma che si interroga - quasi scientificamente - sulle reazioni del suo corpo al sesso, alla manipolazione della sua pelle e dei suoi organi. Una donna che vuole essere libera, tanto nel corpo quanto nello spirito, e che non è affatto schiacciata dagli standard culturali e sociali. Bella Baxter è una donna selvaggia, che si muove in una società che ai colori di Wes Anderson - che potrebbero ingannare gli spettatori più disattenti - controbilancia una storia a tratti cupa, disturbante, fastidiosa, che in America ha già fatto urlare allo scandalo, perché il film, secondo alcuni, promuoverebbe quasi l'idea di pedofilia.

Uno scandalo insensato, non solo perché Bella è una donna adulta, ma anche perché quando comincia a sviluppare le sue relazioni sessuali è stato chiarito dal film stesso che la sua mente cresce a una velocità anormale e che, dunque, non è più una bambina. Yorgos Lanthimos, ancora una volta, dimostra di essere un regista che vuole mettere a disagio lo spettatore: non vuole che sia comodo in poltrona, ma vuole che si interroghi, che si senta a disagio, che guardi la libertà di una donna e se ne senta minacciato. La stessa Bella è un personaggio controverso: se da una parte attrae proprio per la sua libertà, grazie alla straordinaria interpretazione di Emma Stone, dall'altra la mancanza di filtri sociali la rende difficile, crudele in modo gratuito, come se avesse davvero preservato una certa innocenza.

La crudeltà di Bella è la crudeltà dei puri, di coloro che non hanno neanche la concezione di Bene e Male, perché ai loro occhi tutto si svolge in modo totale e mai dicotomico. Sebbene Povere creature! sia forse il film più equilibrato e "normale" di Lanthimos, esso mantiene in sé la voglia di essere unico, di raccontare la società con un piglio postmoderno e volutamente provocatorio. Povere creature!, vincitore del Leone d'Oro a Venezia, è un film che, per usare le parole dette da Willem Dafoe in conferenza stampa a Roma, "esprime una liberazione personale attiva", un viaggio dell'eroina molto più interessante del femminismo tout cour di Barbie e che probabilmente sarà uno dei protagonisti nella stagione dei premi.

Forse non un film adatto a tutti, anche per la scelta di alcune scene estremamente grafiche, Povere creature! è un ulteriore tassello nell'universo perturbante di Lanthimos e una pellicola che, pur coi suoi momenti comici, costringe lo spettatore a guardare il mondo da un altro punto di vista e, forse proprio per questo, è un film che disturba, che fa parlare di sé e che è assolutamente da non perdere.

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