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Mamma ho riperso l'aereo, la verità sul cachet. Quanto fu pagato Macaulay Culkin

Ecco la verità sul cachet ottenuto da Macaulay Culkin per girare Mamma ho riperso l'aereo - Mi sono smarrito a New York

Mamma ho riperso l'aereo, la verità sul cachet. Quanto fu pagato Macaulay Culkin
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Sembra quasi anacronistico parlare di Mamma ho riperso l'aereo - Mi sono smarrito a New York nel giorno di Pasqua, dal momento che si tratta di uno dei film classici da vedere durante le vacanze natalizie. Eppure il film con Macaulay Culkin, sequel di Mamma ho perso l'aereo, torna questa sera in tv alle 21.14 su Italia 1, candidandosi ad essere una visione perfetta per qualsiasi festività.

Mamma ho riperso l'aereo - Mi sono smarrito a New York, la trama

È passato un anno da quando i McCallister sono volati in Francia per passare le vacanze di Natale nella capitale parigina, "dimenticandosi" il figlio Kevin (Macaulay Culkin) a casa, costretto a vedersela da solo con un paio di criminali da strapazzo, esperti nei furti in casa. Ora, all'alba di un nuovo Natale, i McCallister sono pronti a passare le vacanze in Florida e tutti si assicurano che Kevin sia con loro. Tuttavia, giunti in aeroporto, a causa di un errore quasi futile, Kevin si trova imbarcato sul volo sbagliato e invece di andare in Florida si trova a New York. Lo sconcerto iniziale, quando il bambino si rende conto che "è successo di nuovo", scema non appena Kevin si rende conto di essere nella città che non dorme mai con la carta di credito del padre e la possibilità di fare quello che vuole. Dopo aver preso una stanza al Plaza Hotel, nei pressi di Central Park, il bambino comincia a vivere le sue avventure, finché la sua strada non si intreccia a quella dei due ladri che ora non vedono l'ora di vendicarsi del ragazzino, mentre organizzano un colpo a un negozio di giocattoli molto famoso.

Il cachet di Macaulay Culkin

In ambito cinematografico è raro che un sequel sia in grado di essere all'altezza del film che lo aveva preceduto. Mamma ho perso l'aereo era stato un successo internazionale che, sin dai primi riscontri, aveva già dimostrato di poter diventare un vero e proprio fenomeno di culto, capace di sconfiggere la tanto temuta prova del tempo. Poteva, dunque, essere rischioso gettarsi subito nella realizzazione di un sequel. Da una parte, naturalmente, era chiara e comprensibile l'ambizione della produzione, di "battere il ferro" finchè era caldo, con la possibilità di assicurarsi ottimi introiti, ma dall'altra c'era il rischio di realizzare un film che non fosse all'altezza delle aspettative e che, dunque, potesse venir distrutto dalla critica e odiato dal pubblico. Fortunatamente, però, non avvenne nulla di tutto ciò. Anzi. Con Mamma ho riperso l'aereo - Mi sono smarrito a New York la produzione aveva trovato il modo di realizzare un film che, pur ripercorrendo la stessa struttura del primo - un bambino abbandonato a se stesso, due ladri un po' comici da sconfiggere utilizzando trappole artigianali - riusciva a dare comunque un alito di freschezza, anche grazie alla scelta di spostare l'azione a New York e all'interno del Plaza Hotel, le cui riprese richiesero anche la presenza di Donald Trump in un cameo che di fatto era stato imposto proprio dal magnate statunitense. Così il pubblico si trovò davanti gli stessi personaggi e le stesse dinamiche, ma in un habitat del tutto diverso che dava quella sensazione di novità. Proprio perché era necessario fare un sequel che fosse incentrato sullo stesso protagonista per giocare con il senso di familiarità del pubblico era necessario assicurarsi il ritorno di Macaulay Culkin, senza il quale il film non avrebbe avuto senso. E forse è proprio per questo "potere contrattuale" che il giovane attore ebbe un contratto che includeva un cachet da capogiro.

Come si legge sul sito dell'Internet Movie Data Base, infatti, per la sua presenza in Mamma ho riperso l'aereo - Mi sono smarrito a New York, Macaulay Culkin ottenne un compenso di quattro milioni e mezzo di dollari che, all'epoca, rappresentava il cachet più alto che fosse mai stato pagato a un attore-bambino. Una cifra da capogiro che venne "incassata" dalla famiglia dell'attore e che senza dubbio contribuì anche a creare tutti gli attriti che poi portarono Macaulay Culkin a prendere le distanze dalla famiglia.

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