Cinema

Regole, addestramenti e fatti storici: la verità su Salvate il Soldato Ryan

Salvate il soldato Ryan è il film che Spielberg ha fatto per questioni personali e che voleva che fosse il più veritiero possibile

Regole, addestramenti e fatti storici: la verità su Salvate il Soldato Ryan
Tabella dei contenuti

Salvate il soldato Ryan è il film bellico diretto da Steven Spielberg che va in onda questa sera alle 21.00 su Iris. La pellicola è stato un enorme successo di pubblico e critica, incassando molto e ottenendo numerosi premi. Questo anche grazie alla lunga scena dello sbarco in Normandia che è uno dei punti più alti del film di Spielberg.

Salvate il soldato Ryan, la trama

La famiglia Ryan ha pagato un prezzo altissimo per l'intervento statunitense durante la Seconda Guerra Mondiale. Tre dei quattro figli della famiglia sono stati uccisi in combattimento. Quando questa notizia raggiunge le alte sfere di Washington viene organizzata una missione volta a salvare la vita dell'ultimo Ryan ancora in vita (Matt Damon). La missione è guidata dal Capitano Miller (Tom Hanks) che si mette alla guida di una compagnia composta Stanley Mellish (Adam Goldberg), Daniel Jackson (Barry Pepper), Adrian Caparzo (Vin Diesel), Richard Reiben (Edward Burns), Michael Horvarth (Tom Sizemore), insieme all'infermiere Irwin Wade (Giovanni Ribisi) e all'interprete Timothy Upham (Jeremy Davies). L'arrivo in Europa della compagnia è segnata dal sangue versato durante lo sbarco in Normandia, ma il gruppo dovrà sfidare molte altre sfide, anche a rischio della propria vita, per rintracciare James Francis Ryan e assicurargli un passaggio verso casa, sano e salvo.

Il vero soldato Ryan

Come si legge su Coming Soon, Steven Spielberg ha tratto ispirazione per la sua pellicola da fatti realmente accaduti durante la Seconda Guerra Mondiale. Pur distaccandosi dalla realtà per creare una narrativa fittizia intorno a personaggi che non sono realmente esistiti, la storia della pellicola ha dei tratti in comunque con quella di Frederick "Fritz" Niland, un soldato irlandese che venne condotto lontano dalla trincea e dai campi di battaglia quando venne diffusa la notizia che tre dei suoi fratelli erano morti. Di origine irlandese, come si legge su History, i quattro fratelli vennero spediti su fronti diversi, perché il governo statunitense aveva previsto un decreto secondo il quale persone imparentate tra loro in modo stretto come i fratelli non potevano servire nello stesso battaglione. Tra il maggio e il giugno del 1944 tre dei fratelli - Edward, Robert e Preston vennero dati per morti. A quel punto Frederick - che tutti conoscevano con il vezzeggiativo di Fritz - venne ritenuto l'unico superstite della sua famiglia e questo gli avrebbe garantito un ritorno a casa prima della fine della guerra. Dopo essersi paracadutato in Normandia per servire il suo paese, il soldato venne raggiunto da un gruppo di soldati del Battaglione 501 che gli diede i documenti necessari per poter tornare a casa. A differenza di quanto si vede nel film diretto da Steven Spielberg, nel tornare a casa Niland ebbe una piccola gioia in mezzo alla disperazione della guerra. Emerse in un secondo momento che Edward, che fino a quel momento era stato dato morto come gli altri fratelli, era in realtà un prigioniero di guerra e si trovava in uno dei campi giapponesi della Birmania, dove rimase fino al maggio del 1945, poco prima della fine delle ostilità.

Come si legge sul sito dell'Internet Movie Data Base, Salvate il soldato Ryan era un progetto molto caro a Spielberg. Lo considerava, infatti, una sorta di omaggio alle esperienze vissute dal padre sul campo di battaglia della Seconda Guerra Mondiale. Questo, naturalmente, significava che per il regista era molto importante costruire un film che fosse verosimile e vicino ai fatti realmente accaduti durante gli anni del conflitto bellico. Non solo per quello che riguarda la storia di Niland, ma anche e soprattutto per quello che concerne la costruzione di un mondo brutale, pieno di sangue e morte, dove gli uomini combattevano e morivano per degli alti ideali. Il suo lavoro - al pari di quello di Nolan con Dunkirk - incontrò il favore dei veterani della Seconda Guerra Mondiale, che applaudirono alla capacità di Spielberg di dirigere un film tanto potente sui loro anni al fronte.

La preparazione e i problemi di produzione

Questa aderenza alla verità degli eventi è stata ottenuta da Spielberg anche grazie all'impegno del cast di Salvate il soldato Ryan. Per essere credibili tutti gli attori principali del cast si sono sottoposti a un rigido e faticosissimo addestramento militare. Secondo IMDB questa preparazione fisica e mentale fu affidata a Dale Dye, che aveva già in passato collaborato con Tom Hanks nella preparazione delle sequenze in Vietnam che si vedono nel film Forrest Gump. Proprio perché c'era già passato, Tom Hanks era a conoscenza di quando l'addestramento avrebbe richiesto in termini di fatica e impegno e fu l'unico a essere inq ualche modo preparato ai giorni di allenamento, mentre gli altri attori rimasero sorpresi della "brutalità" dell'addestramento. L'unico a non essersi dovuto sottoporre a questa preparazione fu Matt Damon, per una scelta precisa del regista. Voleva che tra Matt Damon e il resto del cast vigesse una sorta di tensione sotterranea e inconscia, qualcosa che potesse poi essere trasposto sul grande schermo: quel distacco tra i soldati che rischiano tutto per portare a termine la missione e il soldato che non deve fare altro che tornare a casa.

Inoltre, durante la produzione, Spielberg dovette affrontare anche un problema di droga. Durante le riprese Tom Sizemore era alle prese con la sua battaglia contro la tossicodipendenza. Quando Spielberg lo scoprì prese da parte l'attore e gli disse che si sarebbe dovuto sottoporre ogni giorno a delle analisi del sangue o, comunque, a dei test antidroga per controllare la sua sobrietà. Il regista avvisò la sua star che sarebbe bastato un solo fallimento a un solo di quei test per essere licenziato: Spielberg sembrava intenzionato a rifare il cast per il personaggio e a rigirare tutte le scene, qualora Sizemore si fosse presentato al lavoro sotto l'effetto di droghe. Sizemore però mantenne il suo impegno e fu sempre pulito durante le riprese di Salvate il soldato Ryan.

L'altra cosa che Spielberg fece per ottenere un maggior effetto di realtà fu dare delle vere e proprie regole alle sale cinematografiche. Queste ultime, infatti, avevano "l'ordine" di alzare il volume in determinati punti durante la proiezione della pellicola.

Questo perché anche la musica e gli effetti sonori avevano un loro peso e contribuivano, secondo Steven Spielberg, ad alzare il grado di coinvolgimento del pubblico, facendogli sentire la tensione, la paura e il pericolo che i soldati provavano sulla propria pelle durante la Seconda Guerra Mondiale.

Commenti