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Dunkirk, così i veterani della Seconda Guerra Mondiale reagirono al film di Nolan

Con Dunkirk Nolan non ha voluto raccontare (solo) la guerra, ma le ferite che il conflitto bellico ha lasciato in chi ha combattuto. Ecco perché il regista ha invitato anche alcuni veterani della battaglia di Dunkerque a vedere la sua pellicola

Dunkirk, così i veterani della Seconda Guerra Mondiale reagirono al film di Nolan

Dunkirk è il film firmato da Christopher Nolan che va in onda oggi, alle 18.47 su Iris. Con Dunkirk, Nolan porta sullo schermo un fatto realmente accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale, che coincide col momento in cui Winston Churchill ha rifiutato un'alleanza dell'Inghilterra con la Germania, come viene raccontato anche nel film L'ora più buia.

Dunkirk, la trama

Nella tarda primavera del 1940 la Germania occupa la Francia e le truppe alleate sono costrette a eseguire una ritirata che li porta sulle spiagge di Dunkerque. Da una parte i nemici bloccano qualsiasi accesso via terra verso la libertà, dall'altra il mare ruggisce la propria potenza, intrappolando i soldati in un lembo di terra che rischia di essere la loro tomba, qualora qualcuno non intervenga a salvarli. La Royal Navy britannica ordina a tutti i mezzi di navigazione, di qualsiasi tipo, di mettersi a disposizione per prendere il mare per andare a salvare i propri compatrioti. Tra questi c'è il signor Dawnson (Mark Rylance) che decide di partire col proprio peschereccio insieme al figlio Peter (Tom Glynn-Carney) e all'amico George (Barry Keoghan). Il peschereccio riesce a salvare dalle acque un soldato sotto choc (Cillian Murphy). Intanto, via terra, due soldati, Alex (Harry Styles) e Tommy (Fionn Whitehead) cercano, insieme a un altro militare, ogni mezzo per abbandonare Dunquerque e salire su qualche nave-ospedale. A monitorare la situazione c'è un pilota (Tom Hardy), che taglia il cielo con il rombo del suo veicolo militare.

La reazione dei veterani

Non è certo un mistero il fatto che, tra i registi dell'età contemporanea, Christopher Nolan sia uno dei più divisivi. I suoi film sembrano essere realizzati per essere amati o odiati, senza comode vie di mezzo. Da una parte c'è chi applaude al genio che ha creato la trilogia del Cavaliere Oscuro, dall'altro ci sono migliaia di persone che lamentano uno stile freddo e asettico, che serve solo a mettere in mostra la tecnica, senza avere nulla da raccontare. Con l'uscita al cinema di Dunkirk, nel 2017, non sono mancati i detrattori della pellicola, che non hanno perso tempo a cercare di distruggere il film che racconta la cosiddetta Operazione Dynamo, ossia l'operazione quasi miracolosa con cui furono tratte in salvo le truppe di Dunkerque. Uno dei motivi principali per cui alcuni spettatori non hanno apprezzato il film è che le loro aspettative erano legate all'attesa di un film bellico. In molti si sono seduti in sala con l'idea di vedere un film di guerra canonico e quasi rassicurante nella struttura, come ad esempio poteva essere Salvate il soldato Ryan.

Nolan, però, non è mai stato davvero interessato a raccontare storie canoniche, che seguissero uno sviluppo lineare e facile da seguire. In Dunkirk, come in altri suoi lavori, Nolan si diverte a manipolare il tempo e la consequenzialità degli eventi, giocando con le attese del pubblico e privandole di qualsiasi punto di riferimento. Soprattutto, al regista non interessava raccontare il conflitto bellico in sé, ma ciò che esso lasciava nell'animo dei suoi protagonisti. L'eroismo, la paura, lo choc, la sopravvivenza: sono questi gli elementi che Nolan ha voluto mettere al centro del suo racconto e che hanno reso Dunkirk un film sull'umanità spezzata più che una pellicola di guerra.

Pur tenendo conto di questa premessa, però, non si può nemmeno fingere che gli eventi narrati in modo non lineare non facciano parte di una delle pagine più memorabili della storia moderna e che gli eventi sono, di fatto, eventi reali. Come si legge su Coming Soon, l'Operazione Dynamo ebbe luogo a partire dal 27 maggio 1940, quando la Royal Navy britannica decise di mettere in atto un'operazione di salvataggio che era stata ideata nel Dover a partire dal 19 maggio. Per questo, pur scegliendo di manipolare lo scorrere del tempo, Nolan aveva una lunga serie di documenti e testimonianze che potessero aiutarlo a realizzare un film quanto meno verosimile. Per lo stesso motivo, non sorprende che alla premiere britannica del film, come si legge su IMDB, vennero invitati circa trenta veterani della battaglia che, a dispetto di tutto, venne percepita come un successo. Se, in guerra, ogni ritirata o evacuazione può essere segno di una débacle, per l'Inghilterra salvare quasi trecentomila soldati nel 1940 fu un momento di grande eroismo. I veterani, che avevano quasi tutti spento le novanta candeline, vennero ospitati durante l'anteprima della pellicola, come ha raccontato l'attore Kenneth Branagh in un'intervista al The Late Show with Stephen Colbert riportata da Vanity Fair. In realtà, i soldati che avevano preso parte all'operazione di evacuazione, non commentarono tanto l'accuratezza storica quando la scelta di una colonna sonora alquanto rumorosa che, secondo loro, "era più rumorosa della guerra stessa". Nel corso della programmazione del film, tuttavia, sono state raccolte molte altre testimonianze, meno divertite e più sentite. Come quella del soldato scozzese Ken Sturdy, un uomo di 97 anni ridotto in lacrime, che, come scrive l'Indipendent, commentò la visione di Dunkirk dicendo: "Era come se fossi di nuovo lì. Ero in una di quelle piccole barche che recuperava i soldati dall'acqua. Ho avuto il privilegio di vedere il film, questa sera, ma la cosa mi ha rattristato a causa di quello che accadde su quella spiaggia. Guardando il film è stato come poter rivedere i miei amici e molti di loro hanno perso la vita in guerra." Ecco quello che voleva raccontare Christopher Nolan col suo film: non la guerra in sé, come capitolo di un libro di Storia.

Ma le cicatrici e la malinconia che i conflitti lasciano in coloro che sono chiamati a scendere in campo per proteggere qualcosa di tanto prezioso come la libertà.

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