Cinque giorni di tempo per la nuova richiesta

I giochi si riaprono. La Corte suprema brasiliana ha infatti concesso ieri all’Italia cinque giorni per motivare la richiesta di estradizione di Cesare Battisti. Questo in vista della seduta del 2 febbraio nella quale il supremo organo giudiziario si riunirà per decidere in via definitiva sulla sorte dell’ex terrorista. In ogni caso l’Italia potrà essere presente all’udienza con un proprio avvocato, come stabilito sempre ieri da Cezar Peluso, ministro del Supremo tribunale federale brasiliano.

Immediata la mobilitazione della Farnesina mentre il ministro degli Esteri Franco Frattini (nella foto a sinistra) ha commentato con durezza l’ultima intervista di Battisti, in particolare sugli aiuti che avrebbe ricevuto per fuggire dagli 007 francesi: «Io non ci posso credere perché è evidente che un Paese come la Francia non può in qualche modo essere indicato, salvo che non emergano delle prove che non emergeranno mai». Quello di Battisti, secondo Frattini, è «il solito modo sgradevole di rivelare cose che non potranno mai essere provate».

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