
Sono 55 i ristoranti dell’eccellenza italiani, secondo la guida Ristoranti d’Italia 2026 del Gambero Rosso, presentata ieri al The Space Cinema Moderno di Roma. Sono tanti infatti i ristoranti che hanno ottenuto le Tre Forchette, che vanno a chi ha meritato un punteggio superiore a 90 centesimi. Cinque sono nuovi ingressi: Contrada Bricconi a Oltressenda in Val Seriana, guidata da Michele Lazzarini, allievo di Niederkofler; Il Luogo Aimo e Nadia di Milano, che ritrova la collocazione che merita e soprattutto il sorriso dopo la scomparsa del fondatore Aimo Moroni qualche settimana fa, Zia di Antonio Ziantoni a Roma, autore di una cucina raffinata e attuale; Marotta, nell’Alto Casertano, che porta l’alta cucina in un territorio che fino a ieri era lontano dal red carpet; e infine l’abruzzese Villa Maiella, che vede riconosciuto il suo grande percorso familiare.
Ma naturalmente a conquistare il proscenio sono i ristoranti con il punteggio più alto. Al primo posto, con 97 punti, sono in tre: L’Osteria Francescana di Massimo Bottura a Modena, Reale di Niko Romito a Castel di Sangro (L’Aquila) e Piazza Duomo di Enrico Crippa ad Alba (Cuneo). Seguono a 96 Norbert Niederkofler dell’Atelier Moessmer di Brunico (Bolzano) e a 95 Uliassi di Mauro Uliassi a Senigallia (Ancona). Poi a 94 una bella truppa: Le Calandre di Massimiliano Alajmo a Rubano (Padova), Casa Perbellini 12 Apostoli di Giancarlo Perbellini a Verona; Madonnina del Pescatore di Moreno Cedroni a Senigallia (Ancona), Il Pagliaccio di Anthony Genovese a Roma e La Pergola dell’Hotel Rome Cavalieri di Heinz Beck a Roma. Quindi con 93 punti Agli Amici dal 1887 dei fratelli Scarello a Udine, Cracco in Galleria di Carlo Cracco a Milano, Duomo di Ciccio Sultano a Ragusa Ibla, Imàgo dell’Hotel Hassler di Andrea Antonini a Roma, Pascucci al Porticciolo di Gianfranco Pascucci a Fiumicino (Roma), Enoteca Pinchiorri di Riccardo Monco a Firenze, Quattro Passi di Fabrizio Mellino a Nerano, frazione di Massa Lubrense (Napoli), Torre del Saracino di Gennaro Esposito a Vico Equense (Napoli), Villa Crespi di Antonino Cannavacciuolo a Orta San Giulio (Novara) e Da Vittorio a Brusaporto (Bergamo). Con 92 D’O di Davide Oldani a Cornaredo (Milano), Dina di Alberto Gipponi a Gussago (Brescia), Guido di Piero e Ugo Alciati a Serralunga d’Alba (Cuneo), Seta by Antonio Guida a Milano e La Trota dei fratelli Serva a Rivodutri (Rieti). Poi tanti locali con 91 (ci piace ricordare Danì Maison di Nino Di Costanzo a Ischia, Krèsios di Giuseppe Iannotti a Telese Terme e Lido 84 di Riccardo Camanini a Gardone Riviera) e molti con 90, tra i quali i nuovi ingressi già citati.
Poi sono stati consegnati alcuni premi speciali: impossibile citarli tutti, ma ci piace citare Andrea De Lillo di Nin a Brenzone sul Garda (Verona), che a 27 ha vinto il premio come cuoco emergente, Arso di orvieto (Terni), novità dell’anno, La Madia di Brione (Brescia), prima trattoria a vincere come ristorante dell’anno – a dimostrazione che certi steccati forse non hanno più senso – a Da Lucio di Jacopo Ticchi a Rimini, premiato per il migliore menu degustazione dell’anno.
Poi ci sono le categorie speciali, molto importanti: I Tre Gamberi per le trattorie sono andati 49 locali, alcuni classici (Trippa a Milano, La Piola di Alba, Da Burde a Firenze, Antica Osteria del Mirasole a San Giovanni in Persiceto, Osteria della Villetta dal 1900 a Palazzolo sull’Oglio) e altri che si affacciano ora alla ribalta, spesso con squadre giovani ed entusiaste come quella dell’Osteria La Grandissima di Milano. Poi sono state premiate 14 wine bar con le Tre Bottiglie, 13 bistrot con le Tre Tavole e nove etnici con i Tre Mappamondi: qui guida Milano con tre locali tutti appartenenti ai fratelli Liu: Ba Restaurant di Marco, Gong Oriental Attitude di Giulia e IYO Restaurant di Claudio.
Insomma, quello della guida Ristoranti d’Italia, curata da Valentina Marino e Annalisa Zordan sotto la direzione di Lorenzo Ruggeri, è un vero viaggio nell’Italia dei sapori, dei mestieri, dei prodotti condotto con un rigore, una conoscenza dei territori e una passione che probabilmente non si trova in nessun altro prodotto editoriale del genere. Non è un caso che il prossimo anni la guida compirà 40 edizioni.
La guida Ristoranti d’Italia del Gambero Rosso è un volumone di 1008 pagine venduto in libreria, nelle edicole e online a 22 euro. Contiene 2580 insegne in tutta Italia, 100 in più dello scorso anno, con ben 382 novità. Grande lo spazio dato anche agli agriturismi, un settore che finalmente sta dando segni di risveglio qualitiativo.