Cinque promesse del cinema italiano «viste da Milano»

Gli occhi di Milano puntati sul cinema nazionale. Per tastare il polso della nostra migliore cinematografia, lanciare uno sguardo su alcune giovani promesse, e infine rivedere opere pregevoli e indipendenti, talvolta passate troppo velocemente nelle sale. «Il cinema italiano visto da Milano» - giunto alla settima edizione - dal 2003 si rinnova dal 2003 grazie al supporto del ministero dei Beni culturali, della Regione Lombardia e della Provincia di Milano, la Fondazione Cineteca Italiana. Il festival propone dal 30 gennaio all’8 febbraio allo Spazio Oberdan e all’Area Metropolis 2.0 di Paderno Dugnano, proiezioni, incontri con autori e attori, un concorso e una serie di eventi speciali culturali e musicali.
I cinefili duri e puri terranno d’occhio «Rivelazioni», cuore comprensibilmente della manifestazione: cinque opere in competizione (produzioni indipendenti, non ancora distribuite) realizzate da giovani registi, proposte sia nel lungo cartellone allo Spazio Oberdan, sia in cinque appuntamenti, per così dire «monografici», all’Area Metropolis 2.0 (dal 30 gennaio al 6 febbraio, proiezione e successivo incontro col regista). In palio per la stampa della copia in pellicola e la conservazione nell’archivio della Cineteca Italiana «Il primo giorno d’inverno» di Mirko Locatelli, «Quell’estate» di Guendalina Zampagni, «Earthquake ’68, Gente di Gibellina» di Emanuele Svezia, «Fuga dal call center» di Federico Rizzo, «L’estate d’inverno» di Davide Sibaldi.
A dare il via a questa nove giorni cinematografica sarà, venerdì 30 gennaio, un triplo evento allo Spazio Oberdan: la proiezione di «Il passato è una terra straniera» (ore 17) di Daniele Vicari cui seguirà la proposta del primo titolo in concorso, «Il primo giorno d’inverno» (ore 19) di Locatelli, presente in sala, e l’inaugurazione ufficiale del festival con la proiezione in anteprima per Milano della copia restaurata di «Anni difficili», diretto nel 1948 Luigi Zampa su soggetto di Vitaliano Brancati con Massimo Girotti. In sala Anna Proclemer e Antonia Brancati, vedova e figlia del grande scrittore siciliano, del produttore Pietro Briguglio, il critico Maurizio Porro.
Tra i titoli italiani della stagione scorsa, immancabili «Il divo» di Paolo Sorrentino, «Caos Calmo» di Antonello Grimaldi, «Il seme della discordia» di Pappi Corsicato, «Sangue pazzo» di Marco Tullio Giordana. Tra gli ospiti attesi allo spazio Oberdan, Nanni Moretti (31 gennaio, per lo speciale a lui dedicato), Lucio Dalla (1 febbraio, tavola rotonda dal titolo «Coriandoli di critica») e Dori Ghezzi, protagonista dell’omaggio a Fabrizio De André (3 febbraio, ore 21), con la proiezione del documentario «Effedia - Sulla mia cattiva strada», dedicato al grande cantautore genovese, morto dieci anni fa.
Sabato 7 febbraio (ore 21), l’Oberdan si aprirà alla musica, con la festa-concerto per la premiazione del concorso «Rivelazioni» con i Selton che, nel live «Banana à Milanesa», propongono brani di Enzo Jannacci e di Cochi e Renato in salsa brasiliana. Infine, gran finale con il milanese doc Maurizio Nichetti, pronto a festeggiare con il proprio pubblico il trentennale dell’uscita di «Ratataplan», che verrà proiettato alle 15.

Il regista sarà anche protagonista della «Cinegita» in città: con partenza alle ore 10.30 dallo Spazio Oberdan, con biglietto 5 euro in prevendita dal 30 gennaio. Cinquanta fortunati passeggeri ripercorreranno in autobus, guidati dallo stesso Nichetti, i luoghi simbolo del suo film.

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