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Cinque vini liguri entrano nell’Olimpo dell’enologia

Cinque vini liguri entrano nell’Olimpo dell’enologia

Cinque vini liguri nell’Olimpo dell’enologia: ne ha appena decretato il successo la Guida dei Vini d’Italia del Gambero Rosso, edizione 2012, fresca di stampa, che come ogni anno disegna la mappa della qualità dei produttori delle varie regioni assegnando i «bicchieri», simbolo dell’eccellenza in bottiglia. Ebbene, sono cinque i nettari di Bacco «nostrani» che hanno ottenuto il massimo riconoscimento, i «3 bicchieri», dopo una serie di approfondite selezioni e ripetute degustazioni effettuate da sommelier ed enogastronomi.
Il risultato - spiega il giornalista specializzato Carlo Ravanello, della squadra ligure di esperti del Gambero Rosso - premia innanzi tutto tre vini della Riviera di Ponente, a cominciare dal debuttante (per quanto riguarda l’esclusivo club dei Tre Bicchieri) «Vermentino» 2010 della Laura Aschero di Marco Rizzo, definito «fragrante e nitido», per passare poi al classico «Vermentino Serre» 2009 dell’azienda Lupi, di carattere «aromatico e complesso», per finire con il «Pigato Cycnus» 2010 di Poggio dei Gorleri della famiglia Merano, «solare e mediterraneo».
Sempre restando nel campo dei vini bianchi - aggiunge Ravanello - dai Colli di Luni proviene il «Vermentino Etichetta Nera» della Lunae della famiglia Bosoni: «Si tratta di un vino intenso, ricco d'aromi, profondo». Premiato, infine, anche un rosso, che da sempre tiene alto il prestigio della «categoria»: è il «Rossese di Dolceacqua», Filippo Rondelli di Terre Bianche, con il Bricco Arcagna, «che, a giudizio praticamente unanime, è riuscito ottimamente ad interpretare una vendemmia difficile come quella del 2009».
I «magnifici cinque», che sono stati presentati assieme ai loro produttori in una serata speciale a cura dello stesso Ravanello e di Cinzia Tosetti nel Palazzo della Borsa con il concorso della Camera di commercio e dei ristoranti di Genova Gourmet, sono destinati pertanto a contribuire ulteriormente allo sviluppo dell’attenzione nei confronti di vini che provengono da una terra non facile, ma particolarmente generosa dal punto di vista della qualità.
Lo sottolinea, fra l’altro, la Guida del Gambero Rosso, secondo cui «in Liguria, stretta tra le Alpi e il mare, con pochissime zone pianeggianti, ogni vigna, o quasi, è una sfida, senza arrivare a citare i filari davvero eroici delle Cinque Terre». Trovarsi, dunque, ad operare in una regione «dove è quasi impossibile raggiungere un dimensionamento importante - sottolinea ancora la Guida 2012 -, vuol dire che fare impresa è più difficile, che i costi di gestione delle vigne, e dell'azienda nel suo complesso, sono più alti. Logica conseguenza: i vini liguri costano un po' di più della media».
Ma se il consumatore è disposto a spendere quel «quid» in più - è la conclusione del ragionamento -, significa che lo fa perché «in questi fragranti vini bianchi e nei suoi rossi eleganti, nei suoi inimitabili passiti, trova qualcosa di più, qualcosa di diverso». Una sorta di messaggio che è contenuto nella stessa «filosofia» della Guida, dove, al di là dei simbolici «bicchieri», si racconta anche la Liguria attraverso «il lavoro dei vignaioli e le mediterranee fragranze dei suoi vini».

Di rilievo, infine, la constatazione non trascurabile che riguarda il significativo aumento del numero dei produttori – ben 71 – e dei vini degustati nelle selezioni, segno anche questo della tendenza a un deciso incremento qualitativo.

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