Il circo di Cechov e il divo Giulio

Finito il turbillon di eventi legati al Salone, la Milano del palcoscenico si risveglia con una settimana di show che tra teatro e musica offrono un programma di sicuro interesse. Dopo i successi al Franco Parenti di Notte in Tunisia -struggente parodia dell’ultimo Bettino- e de La busta, kafkiana allegoria dell’arroganza del potere, è ancora l’attualità a dominare la scena. Dopo il Craxi tunisino dipinto da Vitaliano Trevisan e ben interpretato da Alessandro Haber, non poteva mancare il «divo» Giulio Andreotti nella versione di Giulio Cavalli, teatrante scomodo abituato a portare in scena fatti pesanti come la strage di Linate e la ’ndrangheta al nord (pare addirittura che sia «condannato a morte» come Saviano). Ebbene al Teatro della Cooperativa con l’abituale verve cronachistica, Cavalli porta sul palco testimonianze, deposizioni e atti giudiziari per descrivere una delle figure più controverse della politica italiana. Al Piccolo Teatro Strehler, invece, prima nazionale domani per un grande spettacolo di nouveau cirque, il «Donka» firmato da Daniele Finzi Pasca, che porta sul palco il mondo di Cechov in un turbinio visionario che mescola mimo, danza, musica, clown e acrobatica.

Finzi Pasca, già protagonista affermato della scena internazionale, autore di spettacoli indimenticabili con Cirque Eloise e Cirque du Soleil si immerge nella vita dello scrittore, nei suoi testi e nei suoi diari, decifrando note e appunti, donando corpo e forma ai suoi famosi, enigmatici silenzi. «Donka, in russo, è un piccolo sonaglio che si appende alla canna da pesca e che suona quando un pesce abbocca -dice l’autore- e Cechov adorava pescare, la pesca era per lui una forma di abbandono alla meditazione».

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