Unistanza di autorizzazione a citare come responsabili civili il ministero della Pubblica Istruzione e il comune di Rignano Flaminio nel processo a carico dei cinque imputati dei presunti episodi di pedofilia che sarebbero avvenuti nella scuola Olga Rovere di Rignano Flaminio è stata depositata ieri nella cancelleria del Tribunale di Tivoli dallavvocato Pietro Nicotera, in rappresentanza di alcune famiglie i cui figli sarebbero stati vittima degli abusi.
Secondo il legale, il ministero e il comune, per le reciproche e distinte competenze sulla scuola materna, avrebbero delle responsabilità, sebbene indirette, sugli episodi di pedofilia di cui sarebbero stati vittime circa venticinque bambini. Nel caso in cui i cinque imputati dovessero essere condannati, il ministero e il comune potrebbero essere condannati a contribuire a risarcire le parti civili. La posizione del comune di Rignano potrebbe diventare paradossale in quanto lamministrazione aveva deciso da tempo che in caso di processo si sarebbe costituita parte civile; invece potrebbe trovarsi sullo stesso fronte degli imputati.
«Liniziativa del collega Pietro Nicotera getta una luce nuova e per me non inattesa sullintera vicenda. Dopo il rinvio a giudizio degli indagati in molti hanno cominciato a sentire profumo di soldi. E avendo intuito che gli imputati non sono abbastanza abbienti per pagare i risarcimenti in caso di condanna, chiamano in causa le istituzioni pubbliche. Altro che preoccupazione per la salute psico-fisica dei bambini». È il commento dellavvocato Giosuè Naso, difensore di Silvana Magalotti, una delle tre maestre rinviate a giudizio per i presunti episodi di pedofilia di Rignano Flaminio. Lavvocato Naso non attribuisce nessuna importanza nemmeno allindividuazione di un casolare nelle campagne di Rignano Flaminio, avvenuto alcuni mesi fa, che sarebbe stato riconosciuto da alcuni bambini come il luogo in cui sarebbero avvenuti gli abusi. «È lennesimo castello cattivo che viene scoperto - dice il legale - questo avrebbe addirittura le mattonelle rosse e bianche, come se fosse una rarità in Italia. La verità è che siamo arrivati a un mese dallinizio del processo ed è cominciato il terrorismo psicologico nei confronti degli imputati».
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