Economia

Citigroup manda a casa 17mila dipendenti

da Milano

Dopo le speculazioni degli ultimi giorni sul futuro di Citigroup, l’annuncio relativo al piano di ristrutturazione del colosso finanziario numero uno negli Stati Uniti, il primo in dieci anni, è finalmente arrivato. Il gruppo di servizi finanziari ha illustrato i dettagli del piano pensato per risollevare la propria redditività: punti cruciali sono il licenziamento di 17mila dipendenti (più dei 15mila previsti), e il conseguente risparmio di 2,1 miliardi di dollari nel corso del 2007. I tagli del personale sono pari al 5,2% rispetto alla forza lavoro complessiva, che conta 327mila dipendenti. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, i risparmi saranno successivamente pari a 3,7 miliardi nel 2008 e a 4,6 miliardi nel 2009. La manovra dei licenziamenti porterà il colosso ad accollarsi un onere di 871 milioni nel primo trimestre e oneri al lordo delle tasse pari a 200 milioni di dollari nel resto del 2007.
Oltre alla riduzione netta di 17mila unità della forza lavoro, Citigroup trasferirà 9.500 dipendenti in siti nazionali e internazionali caratterizzati da costi del lavoro più bassi. Il tutto, secondo quanto ha ripetuto più volte l’amministratore delegato Charles Prince, per rendere la struttura dell'azienda «più agile» e per evitare che la crescita del giro d’affari continui a essere inferiore a quella dei costi, pesando così sugli utili.
«Abbiamo deciso di avviare questa revisione per creare un livello consistente di disciplina delle spese in ogni area della nostra azienda - ha commentato Robert Druskin, direttore generale di Citigroup, che ha gestito l’elaborazione del piano - Non ci siamo limitati a tagliare posti di lavoro. Piuttosto, abbiamo guardato in modo obiettivo a ognuna delle nostre attività e funzioni, sulla base delle opportunità che abbiamo individuato».
Il piano di rilancio del colosso finanziario è stato auspicato nei mesi precedenti da molti azionisti della società, insoddisfatti della performance del titolo, che ha guadagnato appena il 15% da quando Charles Prince è diventato amministratore delegato di Citigroup nell’ottobre del 2003.

Ieri, nonostante i tagli annunciati, il titolo è sceso in Borsa dell’1,49% a causa degli alti costi di ristrutturazione.

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