La città invasa da 300 rifugiati, scontri e feriti

È stata una giornata di tensione quella dei circa 300 rifugiati politici - 210 eritrei, il resto etiopi e somali fra cui 28 donne e due bambini - che venerdì scorso, hanno occupato il residence Leonardo da Vinci a Bruzzano. Ieri mattina le forze dell’ordine hanno fatto dei controlli al residence: una settantina di stranieri voleva entrare nello stabile dicendo di voler rientrare dopo aver fatto colazione. Poiché agenti e militari non glielo hanno permesso gli extracomunitari hanno occupato, stendendosi sui binari, la linea ferroviaria, Milano-Asso, fatto che ha creato scontri con i poliziotti, costretti a trascinare via a forza dalle rotaie gli stranieri.
Ma la tensione è durata tutta la giornata: sempre fomentati da anarchici e disobbedienti, gli africani, nel pomeriggio, hanno tentato una maldestra occupazione della Milano-Meda: stavolta gli scontri sono stati più duri, con 7 feriti lievi.
Una faccenda gestita male e continuata peggio.

Con i rappresentanti della sinistra che puntano il dito contro il Comune di Milano e il vicesindaco Riccardo De Corato che denuncia lo zampino dei disobbedienti dietro alla protesta dei rifugiati. In serata i rifugiati hanno deciso di fermarsi a dormire nel cortile dell’associazione Olinda di via Ippocrate, nel quartiere Comasina, all’interno del complesso dell’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini.

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