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"Una città da Medio Oriente. Al Cairo c’è meno sporcizia"

Piero Ostellino, ex direttore del "Corriere": "Il sindaco pensa alle notti bianche e non a rifiuti e insicurezza. Negli Usa nessuno lo voterebbe"

"Una città da Medio Oriente. Al Cairo c’è meno sporcizia"

Roma fra le sue rovine. È storia che riguarda i piccoli, non i grandi condottieri. Degrado da vita quotidiana, scoperchiato sotto gli occhi di tutti quando una donna viene uccisa da un rom mentre tornava a casa dopo lo shopping. L’Italia scopre che la sua capitale non è il sogno perfetto che qualcuno ha dipinto. E forse è anche peggio.
Piero Ostellino, sul Corriere della Sera di ieri scrive che il degrado di Roma è lo specchio dell’inefficienza dello Stato. Qual è il problema della capitale?
«È sporca, le strade sono piene di buche, ci sono zone fortemente insicure. È poco curata, tenuta male. E pericolosa».
Colpa dei delinquenti?
«La piccola criminalità è piccola solo per la politica. Sono le donne scippate, gli anziani aggrediti quando ritirano la pensione, gli appartamenti svaligiati. Reati quasi derubricati. È la criminalità che colpisce tutti e, in gran parte, i più deboli».
Per questo Roma è degradata?
«Quando una povera donna viene ammazzata così si capisce che è una delinquenza tutt’altro che piccola. In questo caso non è colpa del sindaco: è lo Stato che non assolve più il suo dovere primario di garantire la sicurezza ai cittadini».
Veltroni assolto?
«Veltroni ha delle responsabilità per la sua amministrazione. La città è sporca: e questo è colpa del sindaco. Mi lamenterei anche se accadesse a Milano, ma è più pulita».
E le baraccopoli?
«Sono la polizia e il ministero dell’Interno che devono far sgomberare. Però il sindaco ha la responsabilità di non aver chiesto prima un intervento. Si è attivato tardi, e ora Roma è assediata dai campi rom».
Ha scritto: «Se il sindaco di Washington - con la città ridotta come Roma - si candidasse al governo del Paese, l’opinione pubblica lo massacrerebbe».
«È responsabile di aver gestito male la sua città. Negli Stati Uniti ci si chiederebbe se sia da votare...».
Ma Roma non era un paradiso?
«A me non è mai sembrata un paradiso. Quando ci arrivo mi sento sbarcato in una città del Medio Oriente. Forse al Cairo c’è meno sporcizia».
È un problema solo di Roma?
«No. Però a Bologna e a Firenze ci sono dei sindaci di sinistra che hanno preso provvedimenti. Forse nessuno avrebbe da ridire se si candidassero a guidare il Paese. Veltroni si è preoccupato del Festival del cinema, delle notti bianche... panem et circenses. Ha continuato lungo una tradizione antica, del resto si è preoccupato molto meno, e ora tutti se ne sono accorti».
Niente di nuovo?
«Di nuovo c’è solo che lo si dica. Ma la situazione è questa da molto tempo: ed è proprio perché c’era questa situazione che una donna è stata uccisa così brutalmente».
Roma non le piace proprio?
«È bellissima, ma non ci vivrei. Preferisco Milano o Parigi, sono più pulite, più in ordine. Sono tenute meglio. Mio figlio abita a Roma: è finito in una buca col motorino e si è anche fatto male. Proprio perché è meravigliosa, è un peccato che sia così degradata.

E non è nemmeno molto edificante, con tutti i turisti che arrivano e vedono che la capitale dell’Italia si è ridotta così».

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