Milano è la città più cosmopolita dItalia. Da tempo il mondo è venuto ad abitare qui. Non solo per la moltiplicazione di imprese e affari di caratura internazionale, ma anche perché sul territorio comunale vivono 237mila stranieri provenienti da 120 Stati. E un fenomeno in rapida evoluzione dal punto di vista numerico e i demografi prevedono 400mila presenze nel 2031. Come garantire sicurezza e una ragionevole accoglienza? Come costruire un modello di città multietnica? Il Centro culturale di Milano prova a formulare alcune risposte e propone un ciclo di appuntamenti dal titolo «Immigrazione: oltre gli slogan, dentro la convivenza. Tre incontri per conoscere. E per costruire un modello Milano». Si comincia oggi mettendo a tema «Milano città multietnica, istruzioni per luso», alle 21 presso il Centro Congressi Fast in piazzale Morandi 2 (MM1 Palestro, MM3 Turati). Partecipano il demografo Gian Carlo Blangiardo (università Milano Bicocca), leuroparlamentare Mario Mauro e lislamologo Samir Khalil (Saint Joseph University di Beirut).
«Viviamo in una città che da secoli si caratterizza per la capacità di coniugare lattaccamento alle radici storiche e culturali che la alimentano con la disponibilità a incontrare chi arriva da lontano dice Camillo Fornasieri, direttore del Centro Culturale di Milano . In molte occasioni i milanesi lo hanno saputo fare senza chiusure pregiudiziali. Possiamo ben dire che cè una sorta di identità ambrosiana che si è dimostrata capace (non senza difficoltà) di incontrare e integrare la diversità».
La città multietnica: in tre incontri sullaccoglienza le istruzioni per luso
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