La città nascosta

Esiste a Milano una città, se non segreta, subliminale, che vive accanto a quella ufficiale piena di automobili e di rumore, una città abitata da creature che si muovono veloci e leggere, spesso difficili da avvicinare, ma non ostili, anzi. È la città dei gatti.
Non molti forse lo sanno, ma a Milano vivono cinquecento colonie feline per un totale di diecimila gatti. Come si siano formate non è difficile da intuire. Da sempre i gatti vivono nei pressi degli insediamenti umani e quelli che non sono riusciti a trovare una sistemazione fissa presso una famiglia, si arrangiano come possono. Spesso soffrono un po' di freddo e un po' di fame, in compenso sono liberi. Nel tempo, le difficili condizioni abitative degli agglomerati urbani hanno inciso sul comportamento degli animali, facendo sì che quello che una volta era un piccolo predatore solitario, si sia trasformato in un animale "sociale" riunito in colonie dove vigono regole ed equilibri di forza.
Queste colonie sono dislocate un po' in tutta la città dal centro alla periferia. Esiste una numerosa colonia felina al Castello Sforzesco - fotografatissima d'estate dai turisti - ma esistono gatti che scorrazzano sopra la Galleria Vittorio Emanuele. Vivono famigliole gattesche intorno agli ospedali Buzzi, Niguarda, Fatebenefratelli, San Raffaele e Istituto dei Tumori di via Venezian. Numerose sono le colonie in viale Monza, viale Ortles, via dei Missaglia, via Padova, via Ferrante Aporti, viale Forlanini, via Mario Pagano, via Costantino Baroni, piazzetta Umanitaria. Un bel gruppetto vive intorno all'Istituto Redaelli, un altro alla Cascina Case Nuove in via Paravia, un altro ancora in viale Rimembranze a Greco e al deposito Amsa di via Olgettina. I gatti si riuniscono dove possono stare tranquilli, dove non vengono maltrattati.
Una ricognizione - una domenica pomeriggio - con una "gattara" milanese apre uno spiraglio su una città sconosciuta. Siamo al Vigentino, in una zona compresa fra viale Ortles, via Broni, via Ampola. La "gattara" è una giovane signora bionda, una dei cinquecento volontari che si prendono cura dei felini, portano cibo e acqua, si occupano della pulizia dei rifugi che essi stessi costruiscono perché gli animali vi possano trovare ricovero.
La zona è deserta, nei pressi di una fabbrica in demolizione. Un uomo passa pedalando e grida:"Ma va' a dar via i ciapp', ti cunt i to gatt. Pensa ai cristian piuttost!" La signora sorride: spesso viene importunata in maniera ben più pesante. Il fatto è che oggi Mercedes, la prostituta di colore all'angolo di via Broni, non c'è: è lei che in quella zona protegge gatti e gattare, pronta a segnalare a quest'ultime qualcosa che non va. Dalla porta di una scrostata palazzina, si affaccia un giovane maghrebino: "La gattina grigia è da me - informa - oggi fa freddo ed è entrata in casa". La città tante volte accusata di essere "disumana" rivela qui un volto segreto e gentile.
Ma all'idea di diecimila gatti "sciolti", molti storcono il naso evocando il fantasma del randagismo con il suo corollario di sporcizia e malattie. In un condominio molto borghese di via Morosini - zona Porta Romana - appena sono spuntati i musini di due cuccioli sfornati da una gatta di passaggio, l'amministratore è intervenuto vietando tassativamente qualsiasi intervento per nutrire i gatti "onde evitare problemi di igiene".
"Non poteva farlo - dichiara Gianluca Comazzi, dal 2006 garante per la tutela degli animali a Milano - esiste un regolamento comunale che lo vieta, in base della legge regionale numero 16 che a sua volta si rifà alle leggi nazionali 281 del 1991 e 189 del 2004. I gatti sono animali protetti e sono considerati una risorsa per la città. Senza tener conto che dove ci sono i gatti, i topi stanno alla larga".
In quattro anni l'ufficio del garante, alle dirette dipendenze del sindaco e molto contestato dalla sinistra, è intervenuto in seguito a 45.000 segnalazioni e ha risposto a 30.000 e-mail. "Diamo sostegno e formazione ai volontari - spiega Comazzi - ai quali in questi quattro anni abbiamo fornito cibo per cento tonnellate, anche se i volontari provvedono spesso di tasca loro. Noi provvediamo al controllo sanitario e alla sterilizzazione. Fino ad ora abbiamo sterilizzato seimila gatti".
A Milano, oltre al presidio sanitario di via Lombroso, dal 2008 funziona il Parco canile di viale Forlanini, una grande cascina ristrutturata in grado di ospitare 300 cani e 200 gatti, tutti in attesa di adozione. "Ma interveniamo anche - spiega il garante - in sostegno di persone che per qualche motivo - malattia o altre difficoltà - per un certo periodo non possono occuparsi del proprio animale". Un aiuto che ha fatto sì che, insieme alle campagne di sensibilizzazione, in questi ultimi anni i casi di abbandono siano molto diminuiti.
Ma sui gatti indipendenti incombe un altro pericolo, quello dell'edificazione intensiva che ruba loro gli spazi liberi: zone erbose, orti, aree dismesse. Le colonie, per legge, non possono essere spostate ma spesso la loro salvaguardia pone problemi. È accaduto alle Varesine dove si è dovuto ricorrere in via eccezionale a un trasloco: una volontaria ha portato i gatti nella casa di sua proprietà sul lago di Como dove fortunatamente gli animali si sono ambientati.

Adesso è a rischio la colonia di via Broni dove a giorn, in una vasta area dismessa, si aprirà un grande cantiere edilizio. Che accadrà dei mici, dominati da Mascalzone Latino, un bel gattone bianco e nero che comanda tutti?

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