Una città con il naso all’aria per l’aereo più grande che c’è

La nuova ammiraglia di Lufthansa, l’Airbus 380 - l’aereo più grande del mondo - sta facendo le «visite di cortesia» ed è atterrato ieri, in un’atmosfera di festa, a Malpensa. É il primo 380 che tocca il suolo italiano, e questo fatto è stato salutato con la solennità di uno sbarco sulla luna. Padroni di casa da un lato Giuseppe Bonomi, presidente della Sea, che a Lufthansa ha legato buona parte dell’immagine di Malpensa dopo l’abbandono di Alitalia, annunciato nel 2007, e Heike Birlencach, la numero uno di Lufthansa Italia, la compagnia basata proprio a Malpensa con lo scopo di progettare un nuovo ruolo di hub per lo scalo. Ma proprio a lei è toccato freddare qualsiasi entusiasmo per il futuro: «Non sono pianificati collegamenti di lungo raggio da Malpensa. Non abbiamo copertura di fideraggio ancora sufficiente. Forse in futuro, ma l’A380 non sarà il primo». Quindi, dopo lo show di ieri, prima di vedere il «nuovo jumbo» in servizio di linea dallo scalo lombardo, passerà probabilmente un bel po’ di tempo.
Il 380 di Lufthansa è stato consegnato in maggio e il 6 giugno ha condotto in Sud Africa la nazionale di calcio tedesca. Dall’11 giugno è utilizzato sulla tratta Francoforte-Tokio. Alle 17.15 di ieri ha toccato la pista di Malpensa in arrivo da Francoforte, dove aveva sostato solo 45 minuti dall’arrivo dal Giappone.
Le dimensioni colossali, la qualità dell’arredo, l’ampiezza degli spazi fanno rivivere per l’Airbus 380 un termine che non si usava più: aeronave. Grande quanto un transatlantico, stupefacente come un miracolo della fisica. Due i piani passeggeri, collegati da scale interne a prua e in coda. Tre le classi: prima e seconda al piano superiore (rispettivamente 8 e 98 posti), economy al piano inferiore, con 420 posti in file da tre-quattro-tre poltrone. La first class è molto spaziosa (2,07 metri per posto), con una poltrona che diventa un letto con materasso, dotazione di pigiama e pantofole, guardaroba personale. In economy, in compenso, i sedili sono stranamente privi di poggiapiedi, un piccolo accorgimento risolutivo sulle lunghe percorrenze. I posti complessivi, 526, sono quelli della versione standard di Airbus.
Innovativa l’illuminazione «progressiva», in grado di replicare alba e tramonto per favorire l’adattamento psicologico, secondo che il volo sia diurno o notturno. I colori della cabina sono caldi in prima, con una prevalenza di beige e marrone chiaro, su toni dell’azzurro in business, con prevalenze di grigio in economy.
Vicino al 380, con i suoi 72 metri di lunghezza e i 24 di altezza, qualunque altro velivolo scompare. Quattro i motori Rolls Royce, capaci di una spinta di 70mila litri ciascuno, «pari a quella di 3500 automobili» ha detto la Birlenbach. É del 30% più silenzioso di qualunque altro aereo; anzi, Bonomi (che lo ha sperimentato nella versione di Emirates) lo ha descritto come di un «silenzio assordante, sembra di non volare». Il peso al decollo è di 560 tonnellate, il consumo è di 3,4 litri di carburante per passeggero ogni cento chilometri, considerato particolarmente basso e con un’eco-compatibilità molto elevata. Lufthansa ne ha ordinati complessivamente 15, a fine 2010 ce ne saranno già in flotta quattro, mentre gli altri arriveranno tra il 2012 e il 2015.

Nel progetto la compagnia tedesca ha investito, comprese le infrastrutture, 4,7 miliardi di euro. Intorno a ciascun esemplare «ruota» un’occupazione di 400 persone, tra personale di bordo (22 i membri di un equipaggio) e personale di terra.

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