"Città ormai tutte uguali tra happy hour e fast food"

Mercato, caro affitti e una politica che ha ignorato la vita dei quartieri e il ruolo dei negozi di vicinato

"Città ormai tutte uguali tra happy hour e fast food"
00:00 00:00

"Voglio una città a misura d'uomo" è il grido di dolore di Andrée Ruth Shammah, regista e anima del teatro Franco Parenti a proposito della chiusura della Libreria dei ragazzi di via Tadino, annunciata lunedì. Il discorso è più ampio: Milano sta perdendo la propria anima. All'epoca della giunta Formentini, Philippe Daverio, assessore, "aveva pensato di organizzare un grande Carnevale per le strade della città, ma lo guardavano tutti come se fosse matto, perché i milanesi non stavano per strada ma ritirati nei cortili, nelle case, e soprattutto erano sempre di corsa - racconta Shammah -. Ora invece sono tutti seduti ai tavolini dei bar all'aperto, ma non sono certo milanesi. Ecco questo la dice lunga sul cambiamento che questa città sta vivendo". La regista va oltre e si pone delle domande: da Torino a Firenze a Milano, le città sono invase dai turisti e stanno diventando tutte uguali con un processo di spersonalizzazione per cui scendendo da un treno uno non capisce più dove si trova. "Guai a demonizzare la crescita della città: il bisogno di semplificazione sta facendo sì che si perdano i punti di riferimento, i luoghi di ritrovo, la socialità". Chi compra tutte queste case che poi rimangono vuote? A chi giova tutto questo? "Bisogna tutelare Milano e i milanesi, non si può trasformare la città a uso e consumo dei turisti. Io investo nel teatro perché credo che sia necessario investire e tutelare l'uomo- conclude Shammah- . ecco perché voglio una città a misura d'uomo".

Anche Sergio Scalpelli, giornalista, e presidente dell'Associazione Pierlombardo Culture, vede con preoccupazione il processo di omologazione che Milano sta intraprendendo: "Da un lato si potrebbe dire che queste sono le leggi del mercato, dall'altro c'è il problema di preservare l'identità e la cultura dei luoghi, High Tech, per esempio, era simbolo della Milano del design post industriale, questi luoghi fanno l'identità della città. Non solo, il tema della conservazione delle botteghe storiche è cruciale e su questo l'amministrazione dovrebbe spendersi".

Per il filosofo Stefano Zecchi, il tema è l'espulsione dei giovani dal contesto urbano, per la casa, per il lavoro ad alta professionalità: la città così invecchia e viene governata dalle leggi del mercato. Non solo, la perdita delle librerie è drammatica perché rappresentano presidi di comunità, che definiscono le vite delle persone".

"Il Comune dimostra di non avere una linea politica chiara e precisa: la tutela della vita di quartiere, dei negozi di vicinato che migliorano la qualità della vita, la socialità, la sicurezza, non vengono considerate, nonostante i proclami.

Certo che non si può intervenire sul mercato - premette il liberale Giulio Gallera, già presidente della commissione regionale Commercio - ma ci sono delle leve che il pubblico potrebbe usare per tutelare le insegne storiche, come ridurre le imposte locali o calmierare gli affitti dei luoghi che fanno cultura per esempio".

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica