UNA CITTÀ IN VACANZA

Ferragosto è arrivato sotto la Madonnina con due notizie, una buona e una cattiva. Quella buona è che i turisti dimostrano di apprezzare sempre più la nostra città, soprattutto gli stranieri (54%), con un aumento di presenze nei musei cittadini del 10 per cento. Quella cattiva è che forse mai come quest’estate ad accoglierli c’è il nulla per quanto riguarda la programmazione di eventi culturali. Poche, brutte e insignificanti le mostre (leggi la coppia Krieger-Arnoldi a Palazzo Reale), oppure troppo specialistiche (Anish Kapoor alla Besana), completamente assenti concerti o spettacoli. Oggi, come se non bastasse, i turisti troveranno sprangati anche la Pinacoteca di Brera e Cenacolo (agitazioni sindacali). La risposta sui motivi di tanto grigiore è sempre la stessa: i tagli alla cultura che, per le esposizioni temporanee, arrivano all’80 per cento, con conseguente cancellazione di gran parte degli eventi. Ma possibile che, visto il trend di presenze già annunciato lo scorso agosto, non si potesse davvero organizzare un’accoglienza migliore? «Si sa che le elezioni amministrative rappresentano una vera iattura per la programmazione culturale e quelle poche risorse vengono assorbite dai costi della politica» commenta amaro l’ex assessore Massimiliano Finazzer, attualmente in tournée al Festival di Ravello con il suo spettacolo teatrale su Gustav Mahler. «Quest’estate paghiamo un disastro iniziato nell’autunno del 2010 quando furono tagliati al mio assessorato 10 milioni di euro. Dovetti accettare senza fiatare. Ma in autunno sarà peggio anche se il neoassessore Boeri - rispetto a me - ha anche le deleghe su Expo, Moda e Design, dunque anche più budget. Ho sempre detto, invano, che fosse assurdo tenere separati settori come cultura, turismo e moda perchè tutti insieme rappresentano un brand da gestire in chiave di marketing». Dall’altra parte, il neoassessore Stefano Boeri è già alle prese con i tagli di tutti quei progetti che non fossero già autofinanziati: da settembre in poi cancellate le mostre su Ennio Morlotti, «Milano anni ’60, il laboratorio delle arti come avanguardia» e «Da Kandinsky a Stalin, avanguardie e realismi in Russia». Altre slitteranno. «Il problema non è fare tante mostre -dice- ma puntare sulla qualità e il coinvolgimento di privati, anche collezionisti e gallerie. È vero che mancano i fondi, ma è altrettanto vero che una città come Milano non può permettersi di offrire un’estate così ai suoi turisti. Palazzo Reale, in questo stato, poteva anche rimanere chiuso, e per fortuna i musei civici hanno tesori che a volte gli stranieri conoscono meglio dei milanesi, penso ad esempio a quel gioiello dell’Ambrosiana che contiene capolavori di Leonardo e Raffaello. Per la prossima estate bisogna pensare a valorizzare le risorse mettendo a disposizione dei turisti delle mappe informatiche che già a Linate e Malpensa presentino i percorsi che abbiano inizio a Palazzo Reale con due mostre -una moderna e una contemporanea - e poi si snodino lungo direttrici verso Brera, piazza Scala con il polo dei musei di Banca Intesa, il Poldi Pezzoli e poi il Piccolo Teatro dove poter vedere spettacoli anche d’agosto. E a proposito di teatri - aggiunge Boeri - penso che anche la Scala, che durante l’anno ha una programmazione densissima, dovrebbe tenere aperto anche in estate: è assurdo che i turisti vi si rechino in processione e trovino chiuso». Sui rimedi Finazzer manda suggerimenti al suo successore.

«Se avessi avuto le deleghe per farlo avrei stipulato delle convenzioni con albergatori e tassisti: un canale a circuito chiuso negli hotel che trasmetta tutto il palinsesto della città e un sistema per acquistare direttamente con il telefonino un biglietto unico per le mostre. E ai tassisti brochure e slogan sul brand Milano a cominciare dagli aeroporti. Sembra incredibile ma nella capitale dell’informazione siamo ancora indietro sul concetto di comunicazione».

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