Cittadinanza a Saviano i politici ci ripensano

Dopo le dichiarazioni dell’autore di "Gomorra" in tv sulle connivenze tra la malavita e la Lega assessori e politici chiedono di ripensare la concessione dell’onorificenza. "Ci ha insultati tutti"

Cittadinanza a Saviano 
i politici ci ripensano

Esattamente un anno fa, era il 18 novembre, aveva scaldato il conclave dei consiglieri comunali riuniti per decidere l’elenco degli Ambrogini (per quelli del 2010, si vota e si litiga di nuovo oggi). Visto che rischiavano di tirare l’alba, maggioranza e opposizione fecero un patto: niente Medaglia d’oro, ma a Roberto Saviano sarebbe andata la cittadinanza onoraria. E Pdl e Lega il 6 maggio scorso, in buona parte turandosi il naso, hanno mantenuto la parola. Votando in aula il via libera per l’autore di Gomorra "cittadino milanese". Dopo una seduta che aveva messo in luce i mal di pancia. Ma dopo le dichiarazioni di Saviano, che in tv a "Vieni via con me" ha accusato il Carroccio di "interloquire con la ’ndrangheta al nord", da una parte dei leghisti e Pdl arriva il cartellino rosso. E anche questa volta la discussione spacca i partiti, anche all’interno. "Non merita più la cittadinanza onoraria che gli avevamo riconosciuto - avverte Marco Osnato, consigliere ex An e vicecoordinatore cittadino del Pdl -, invito il sindaco Moratti a ritirarglie la delibera". Tecnicamente, ne andrebbe presentata una nuova perchè anche senza cerimonia, l’atto è già valido. "É incredibile - prosegue Osnato - che una persona tutelata dallo Stato, glorificata da tutti e ben pagata dalla tv pubblica si permetta di offendere il ministro degli Interni che non può essere accusato di non combattere con forza la criminalità organizzata". A fronte di una richiesta "peraltro strumentale avanzata a suo tempo dal centrosinistra - conclude Osnato - ora è necessario un ripensamento". L’alt arriva anche dall’assessore della Lega Alessandro Morelli: "La decisione va rivista. Le parole di Saviano infangano centinaia di sindaci, migliaia di assessori e consiglieri comunali che fanno della loro vita politica una missione, oltre a insultare di migliaia di militanti e sostenitori che ogni settimana si tirano su le maniche per fare della loro terra un posto migliore". Ma il capogruppo Matteo Salvini frena la polemica: "No alla revoca, il problema non è Saviano ma chi lo usa a scopi politici. Su fronti diversi, e con modi e risultati diversi, Maroni a Saviano sono contro la mafia". Anche per il capogruppo Pdl Giulio Gallera "non ci sono gli elementi per un atto dato sulla base della sua azione di testimonianza contro la mafia. Anche se ora la sta annacquando, sembra la brutta copia di Travaglio".
Il capogruppo Pd Pierfrancesco Majorino invece difende ancora la scelta: "Con l’ok in aula è già cittadino onorario. E oggi meriterebbe un onore doppio, per il lavoro di informazione che sta facendo sulla presenza della criminalità mafiosa sul nostro territorio. Va ringraziato non demonizzato".
Il sindaco per ora non si espone: "Non ho visto la trasmissione". Per il governatore Roberto Formigoni invece "è del tutto scorretto che Saviano abbia fornito un elenco di punti su cui la magistratura sta indagando come se invece fosse già stato verificato che la ’ndrangheta e la Camorra hanno vinto, un’operazione di falsificazione. Che la criminalità organizzata sia all’attacco nella Regione più ricca d’Italia lo sappiamo da tempo e abbiamo già preso una serie di iniziative". Ieri il consigliere regionale leghista Pierluigi Toscani, ha querelato Saviano.

Come presidente del consiglio lombardo, anche il leghista Davide Boni aveva minacciato di ricorrere alle vie legali. Ma ieri lo ha provocato, "se Saviano ha delle prove che confermano le accuse che ha rivolto alle istituzioni lombarde, può benissimo venire in aula e renderci edotti delle sue informazioni".

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