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Anticipo del TFR: quando si può richiedere, chi può farlo, in quali casi non è possibile

I lavoratori dipendenti del settore privato possono richiedere un anticipo del Trattamento di Fine Rapporto, ma a determinate condizioni. Vediamo quando spetta, quali sono i requisiti e le motivazioni che ne giustificano la richiesta.

Anticipo del TFR: quando si può richiedere, chi può farlo, in quali casi non è possibile

In determinate fasi della propria vita può capitare di avere bisogno di liquidità, per l’acquisto della casa d’abitazione, per motivi di salute o altro genere di emergenze. In questi casi, è possibile richiedere un anticipo sul Trattamento di Fine Rapporto (o TFR), opportunità a cui possono accedere solo alcuni lavoratori o lavoratrici, e a determinate condizioni. L'erogazione anticipata, infatti, non è sempre accordata e deve essere accompagnata, come vedremo, da precise motivazioni. Cerchiamo di capirne di più.

Che cos’è il TFR

Il TFR è un istituto connesso al rapporto di lavoro subordinato, previsto dalla normativa italiana. Consiste nel pagamento di una somma di denaro al lavoratore in caso di cessazione del rapporto di lavoro (prima della normale scadenza del contratto, alla normale scadenza) o al lavoratore che accede al pensionamento. Rappresenta una sorta di tesoretto accumulato dal lavoratore durante il periodo di lavoro, che viene messo a disposizione del lavoratore stesso alla cessazione del rapporto, o in caso di altri eventi previsti dalla legge. Tale strumento è obbligatorio nell’ambito del rapporto di lavoro subordinato, ma non è previsto per i lavoratori autonomi o i liberi professionisti.

Qualora, per varie ragioni, il datore di lavoro sia insolvente e non riesca a pagare il TFR al dipendente terminato il rapporto di lavoro, è istituito presso l’INPS il Fondo di garanzia per il trattamento di fine rapporto, a cui rivolgersi in caso di mancato versamento al lavoratore del TFR maturato. In particolare, il fondo si occupa di garantire il pagamento della cosiddetta indennità di mancato preavviso e dell’indennità di fine rapporto.

Come si calcola

Il TFR Si calcola prendendo come riferimento il montante degli stipendi e delle retribuzioni corrisposte al lavoratore durante il periodo di lavoro: ne viene accantonata una parte che può rimanere in azienda o essere gestita da un istituto di previdenza o da una banca. Questa somma viene poi calcolata sulla base dell’anzianità di servizio del lavoratore e del suo ultimo stipendio. Oltre che in caso di cessazione del rapporto di lavoro per qualsiasi motivo (dimissioni, licenziamento, pensionamento, ecc.), può essere richiesto dal lavoratore in ogni momento, e per necessità economiche.

Chi può chiedere l’anticipo del TFR

La possibilità di ottenere il TFR anticipato è riservata ai lavoratori del settore privato: non può dunque farne richiesta il dipendente pubblico. Inoltre l’anticipo del TFR non può essere concesso prima degli 8 anni di servizio presso la stessa azienda (non è prevista alcuna deroga a questa norma) e non si può richiedere senza motivazione (tranne eccezioni), poiché l’accesso a questo strumento è legato al verificarsi di alcune situazioni. Va tenuto anche presente che all’importo andranno applicate le regole sulla tassazione come previsto per gli altri emolumenti della retribuzione. La richiesta è preclusa ad alcune categorie di lavoratori, pur avendo essi le caratteristiche e le motivazioni. Non possono infatti presentare richiesta di TFR i dipendenti pubblici, i dipendenti privati di aziende in crisi; i dipendenti che hanno una cessione del quinto in corso.

Altra cosa è l’anticipo del TFS (o trattamento di fine servizio), strumento che consente ai dipendenti pubblici che hanno appena cessato il servizio di sottoscrivere un accordo con una banca, per ottenere l’importo del trattamento di fine servizio in anticipo rispetto ai tempi di liquidazione dell’INPS, a fronte di un piccolo tasso d’interesse. Ai dipendenti pubblici non è invece consentito richiedere l’anticipo del TFS durante il rapporto di lavoro.

A quanto ammonta e quante volte si può richiedere

Secondo il Codice Civile, il lavoratore può presentare richiesta di anticipo del TFR nel rispetto delle seguenti condizioni: avere maturato almeno 8 anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro; l’anticipo TFR deve rientrare nei limiti del 70% del trattamento spettante in caso di cessazione del rapporto alla data della richiesta; deve essere contenuto nei limiti del 10% degli aventi diritto e, comunque, del 4 % del totale dei dipendenti; l’anticipo TFR può essere ottenuto una sola volta nel corso del rapporto di lavoro. Infine va sottolineato che l’anticipo del TFR richiesto dal lavoratore comporta la riduzione della somma che sarà poi corrisposta al lavoratore alla conclusione del rapporto.

Casi in cui si può richiedere e con quali motivazioni

Il lavoratore ha diritto a chiedere il trattamento di fine rapporto in anticipo soltanto in determinate situazioni e qualora si trovi nella condizione di dover affrontare spese improvvise e inderogabili. La richiesta del lavoratore deve dunque essere giustificata e avere dei motivi ben precisi: sostenere eventuali spese sanitarie per terapie e interventi straordinari riconosciuti dalle competenti strutture pubbliche; provvedere all’acquisto della prima casa di abitazione per sé o per i figli (documentato con atto notarile); eventuali spese da sostenere durante i periodi di fruizione dei congedi parentali e per la formazione del lavoratore. L’anticipo può essere richiesto anche in assenza di giusta motivazione, è però opportuno indicare l’emergenza economica ai fini personali.

L’anticipo del trattamento di fine rapporto in caso di ristrutturazione della propria abitazione può essere richiesto per la prima casa (sia propria che dei figli) ma solo quando l’intervento è necessario per rendere abitabile l’edificio. Esclusi quindi i normali interventi di manutenzione, ampliamento o semplice abbellimento. Chi vuole richiedere l’anticipo del TFR per spese di ristrutturazione dovrà allegare la documentazione necessaria per certificare i motivi effettivi per cui si procede con gli interventi. Sarà comunque l’azienda a decidere se concedere o meno l’anticipo in base alla validità delle motivazioni indicate.

I CCNL di categoria possono inoltre concorrere a disciplinare casi in cui è ammessa la richiesta di anticipo TFR, anche in situazioni diverse da quanto disposto dal Codice Civile.

Come si fa la richiesta

Per fare richiesta di anticipo, il lavoratore o la lavoratrice deve compilare un modulo in cui è necessario indicare i propri dati anagrafici, il tipo di rapporto di lavoro che lo lega all'azienda, la data di inizio rapporto, la motivazione per la quale si fa richiesta con la relativa documentazione di supporto e la precisazione di non avere mai beneficiato di tale trattamento. Dati fondamentali, perché stabiliscono se la richiesta è valida e, nel caso il datore o la datrice di lavoro accetti di erogare l'anticipo, l'ammontare della somma che verrà corrisposta. È bene mettere in conto che non sempre le richieste possono essere soddisfatte.

Entro 30 giorni dalla ricezione della richiesta, il datore di lavoro deve comunicare al lavoratore se accetta o meno la richiesta di anticipo.

Mancato anticipo del TFR e azioni del lavoratore

Come abbiamo visto, la regola generale prevede che il datore di lavoro possa rifiutare la richiesta di anticipo quando il numero dei lavoratori che ne hanno fatto richiesta superi il 10% del totale dei lavoratori che ne hanno diritto e, comunque nel limite del 4% dell’intera forza lavoro.

Fra gli altri motivi per il quale il datore di lavoro potrebbe rifiutarsi di anticipare il TFR, il fatto che l’azienda potrebbe attraversare un periodo di difficoltà economica e quindi non essere in grado di pagare immediatamente la somma di denaro richiesta. Da parte sua il datore di lavoro potrebbe decidere di pagare il TFR in un momento successivo, quando la situazione economica dell’azienda sarà migliorata. Un’altra ragione potrebbe risiedere nella volontà di investire il denaro del TFR in attività produttive, come l’avvio di nuovi progetti o l’acquisto di nuove attrezzature.

Se da un lato non esiste, a questo proposito, un obbligo impositivo per il principale, non anticipare il TFR ai dipendenti potrebbe comportare ricadute negative per l’azienda, compromettendo il rapporto di fiducia reciproco. Per quanto possa sussistere una giustificazione economica, è importante che il datore di lavoro consideri le conseguenze negative di questa decisione e agisca di conseguenza: in caso di difficoltà economiche, ad esempio, potrebbe cercare di negoziare con i dipendenti una soluzione soddisfacente per entrambe le parti, come un piano di pagamento dilazionato del TFR.

Nell’eventualità in cui il datore di lavoro non concedesse

l’anticipo del TFR richiesto dal lavoratore, quest’ultimo potrebbe comunque rivolgersi alle organizzazioni sindacali o alle associazioni dei consumatori per vedere tutelati i propri diritti.

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