
Manca poco alla scadenza cruciale per evitare l’addebito automatico del Canone Rai sulla bolletta elettrica. I titolari di un contratto di energia elettrica residenziale che non possiedono un televisore hanno tempo fino al 30 giugno 2025 per comunicarlo all’Agenzia delle Entrate. In questo modo sarà possibile evitare il pagamento dei 45,94 euro previsti per il secondo semestre dell’anno, ovvero da luglio a dicembre. Una somma non irrilevante, soprattutto per quelle famiglie che hanno ormai rinunciato alla TV tradizionale, preferendo fruire di contenuti attraverso piattaforme streaming su computer, tablet o smartphone. Ecco tutto ciò che c'è da sapere.
Le dichiarazioni
A partire dal 1° luglio 2025, invece, eventuali dichiarazioni avranno effetto solo per il 2026. Per ottenere l’esonero, è necessario compilare il cosiddetto “quadro A” del modello disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate. In tale dichiarazione il contribuente attesta di non detenere alcun televisore in nessuna delle abitazioni dove è attiva un’utenza elettrica a suo nome. L’assenza dell’apparecchio deve riguardare non solo il contribuente stesso, ma anche tutti i componenti della sua famiglia anagrafica, ovvero le persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o anche da legami affettivi, purché conviventi e residenti nello stesso comune. Nel caso in cui l’utenza elettrica sia ancora intestata a una persona deceduta, la dichiarazione può essere presentata dagli eredi. Anche in questo caso si dovrà specificare che nell’abitazione in questione non è presente alcun apparecchio televisivo.
Dichiarazione sostitutiva
È bene ricordare che la dichiarazione sostitutiva va ripresentata ogni anno se permane la condizione di non detenzione. Per ottenere l’esonero sull’intero anno solare, la comunicazione deve essere trasmessa tra il 1° luglio dell’anno precedente e il 31 gennaio dell’anno in corso. Chi la presenta tra il 1° febbraio e il 30 giugno, come nel caso attuale, potrà evitare l’addebito solo per il secondo semestre dell’anno. Una volta inoltrata la dichiarazione, l’Agenzia delle Entrate interromperà l’addebito del canone dalla prima rata utile successiva, tenendo conto della data in cui si sono verificati i presupposti dichiarati. Se il canone è già stato pagato in parte, si può richiedere il rimborso compilando l’apposito modulo.
Dove inviare la comunicazione
La comunicazione può essere inviata attraverso diversi canali. È possibile utilizzare l’applicazione web messa a disposizione dall’Agenzia delle Entrate oppure rivolgersi a intermediari abilitati come i CAF o i professionisti fiscali. In alternativa, si può ricorrere alla posta elettronica certificata, a condizione che la dichiarazione sia firmata digitalmente, inoltrandola all’indirizzo cp22.canonetv@postacertificata.rai.it. Infine, si può scegliere la modalità cartacea, inviando una raccomandata senza busta all’indirizzo: Agenzia delle Entrate – Direzione Provinciale I di Torino – Ufficio Canone TV – Casella postale 22 – 10121 Torino. Alla raccomandata va allegata la copia di un documento di identità in corso di validità.
Se nel corso dell’anno cambia la situazione, ad esempio se viene acquistato un televisore o se viene meno la convivenza con i familiari dichiarati, il contribuente è tenuto a comunicarlo tempestivamente all’Agenzia compilando il “quadro C” dello stesso modello. In quel caso, il canone sarà nuovamente addebitato a partire dal mese della nuova dichiarazione.
Canone già addebitato
Un’ulteriore possibilità riguarda i casi in cui il canone risulta già addebitato a un altro componente della famiglia anagrafica. Il titolare dell’utenza elettrica, in questa circostanza, può presentare una dichiarazione sostitutiva compilando il “quadro B”, indicando il codice fiscale di chi già paga il canone e la data in cui è entrato a far parte della famiglia anagrafica. Questo tipo di comunicazione può essere effettuato in qualsiasi momento dell’anno e non deve essere ripresentato, salvo cambiamenti nei presupposti.
Il termine del 30 giugno è dunque decisivo per chi vuole evitare l’esborso di quasi 46 euro nella seconda metà dell’anno, a patto di essere in regola con i requisiti richiesti e di rispettare le modalità di invio della dichiarazione.