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Dichiarazione dei redditi: cosa succede se non si presenta

In caso di mancato invio della dichiarazione si rischiano sanzioni di tipo amministrativo e in alcuni casi anche penali. Vediamo quali

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Si tratta di un adempimento obbligatorio la cui non presentazione, anche in caso di semplice dimenticanza, significa rischiare di commettere il reato di “omessa dichiarazione dei redditi”.

Ogni contribuente, difatti, salvo chi è esonerato, ha l’obbligo di comunicare volontariamente i redditi che ha percepito nel periodo di imposta così da permettere la determinazione della relativa tassazione; inoltre non si deve dimenticare che l’omessa dichiarazione non riguarda solo le imposte dirette (Irpef, Ires, Irap), ma anche quelle indirette tra cui l’Iva.

Ma cosa si rischia se non si presenta la dichiarazione? Vediamo meglio.

Quando si parla di omessa dichiarazione?

Il prossimo 2 ottobre è il termine ultimo per presentare il modello 730 per la dichiarazione dei redditi; superata questa data l’ultima alternativa è quella di presentare il Modello redditi entro il 30 novembre prossimo.

Superata quest’ultima data entro 90 giorni si dovrà inviare la “dichiarazione tardiva” pagando una sanzione ma evitando di incappare nel rischio di incorrere in “omessa dichiarazione” che si rischia anche nel caso in cui:

  • dichiarazione viene compilata su stampati non conformi ai modelli ministeriali, in quanto è nulla
  • nel caso in cui non si firmi la dichiarazione o non si provveda a farlo entro e non oltre i 30 giorni, pena la nullità della stessa.

Cosa si rischia?

Sotto un profilo amministrativo, se si resta nei 90 giorni è possibile regolarizzare la propria posizione nei confronti del fisco e dell’Agenzia dell’entrate attraverso il ravvedimento operoso e in questo caso si dovrà versare, oltre alle imposte dovute, una sanzione ridotta di 25 euro inserendo il codice tributo 8911.

Superati i 90 giorni ma presentando entro un anno, invece, la sanzione minima dovuta sarà comunque di 200 euro.

Laddove invece non si presenti nulla e dunque non ci si avvalga del ravvedimento operoso, oltre al pagamento delle imposte dovute si dovrà provvedere al pagamento di una sanzione, che va dal 120% al 240% delle imposte dovute e, comunque, con un importo minimo pari a 258 euro.

Inoltre, per quanto riguarda i redditi prodotti all’estero è previsto un aumento di 1/3 della sanzione minima applicabile.

Occorre ricordarsi, però, che oltre all’aspetto amministrativo si rischia anche di entrare nel penale qualora le imposte dovute non dichiarati siano superiori ai 50mila euro.

In questo caso il profilo sanzionatorio previso dal decreto fiscale del 2020 prevede la reclusione da un minimo di un anno e 6 mesi ad un massimo di 4 anni per chi evade le imposte sui redditi, l’Iva o il sostituto di imposta.

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