
Non è il momento storico per gli squilli di tromba, quelli li lasciamo agli autocrati che prediligono il metodo di cantarsela e suonarsela per rafforzare regimi distanti anni luce dalle dinamiche del libero mercato. Tuttavia, quando vi sono segnali positivi che provengono dal fondamentale pilastro dell’economia reale, è opportuno darne conto.
Leggo che Mario Resca, presidente di Confimprese, l’associazione che raggruppa i principali attori delle imprese del commercio, guarda con moderato ottimismo alla fase dei saldi proprio in ragione di una recuperata fiducia dei consumatori. Già, la fiducia. Indicatore decisivo in ogni della convivenza. Il fatto che il consumatore, cioè il cittadino/contribuente, sia tornato a guardare al presente dal lato positivo è un patrimonio da non disperdere, da non tradire. Le realtà del retail, impegnate nella stagione dei saldi, hanno il doveroso compito di stringere un patto con il consumatore finale. In pratica, dar vita a un rapporto ... saldo. Le premesse sembrerebbero esserci come indica Resca e al buon esito di questi saldi certo vi concorrerà l’arrivo in Italia di milioni di turisti. I punti vendita di prossimità, che da anni manifestano una marcata sofferenza, potrebbero realizzare buone performance e «salvare gli incassi e impedire la desertificazione delle città». Occasione da non sprecare. Sarebbe imperdonabile depotenziare la leva della fiducia dei clienti finali. Perciò: nessuna furbizia. Piuttosto, applicazione nel periodo dei saldi delle stesse normative e regole per gli operatori del settore. Il mondo del commercio, con l’aria che tira a livello globale, non può permettersi di sprecare la minima opportunità.
Se è avvertita una disponibilità fiduciaria da parte del consumatore/persona ebbene, analogamente, vi deve essere un atteggiamento propositivo dei punti vendita. Domanda e offerta che si incontrano in nome della trasparenza. Per una reciproca soddisfazione.info@pompeolocatelli.it.